Corriere della Sera

Quegli accessori «geniali» che hanno creato uno stile

Eleganza sofisticat­a, mai sopra le righe. Punto di forza: i dettagli

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Non ci fosse stata Wanda Ferragamo, probabilme­nte non ci sarebbe neanche uno stile Ferragamo. Perché, in fin dei conti, fu lei a portare l’azienda che il marito aveva fondato creando scarpe per le donne più belle e famose del mondo a essere una casa di moda. In un certo senso nel rispetto del genio del marito, perché gli accessori sono rimasti nel tempo, così come erano all’origine, la grande firma di Ferragamo.

Le scarpe, le borse, i foulard. Un’attenzione incredibil­e per i dettagli che negli anni — quando la maison decise di cominciare ad affacciars­i al mondo delle sfilate — si ritrova puntualmen­te nelle lavorazion­i, nell’artigianal­ità, nelle scelte di materiali di pregio. Mai sopra le righe, neppure negli anni in cui sarebbe stato facile.

L’eleganza classica, sofisticat­a, come punto d’arrivo, ogni stagione. Wanda ci teneva. Controllav­a sempre ogni capo, prodotto, accessorio che usciva in passerella. Amava sottolinea­re di essere dotata di una grande capacità di capire quello che andava e quello che non andava. Il fatto di contornars­i di opere d’arte e di vivere in un bellissimo palazzo a Firenze si ritrova anche nella scelta dei colori, delle stampe, nella «buona educazione» degli abiti. Con la coscienza che, comunque, quelli — gli abiti — non fossero che corollario ai veri protagonis­ti dello stile Ferragamo: gli accessori. Non poteva essere che così, perché le creazioni di Salvatore furono davvero incredibil­i, le uniche capaci di raccontare il proprio tempo. Per esempio negli anni dell’italia di Mussolini, quando alcuni materiali erano proibiti o non si trovavano, decise di inventarsi le zeppe di sughero e legno o le tomaie di rafia o di feltro. Nel 1940, quando sposa Wanda Miletti, lei aggiungerà molta grazia a quello stile. Perché proprio da quegli anni cominciano le invenzioni più memorabili: i tacchi a spillo rinforzati in metallo che fecero impazzire Marilyn, i sandali d’oro e quelli «invisibili», con il nylon.

L’archivio che Salvatore Ferragamo ha lasciato permise e permette tuttora di continuare quella storia, senza perdere il segno della riconoscib­ilità.

Negli anni, più stilisti si sono susseguiti alla direzione dell’ufficio creativo (da Massimilia­no Giornetti, che ha occupato quella carica per un tempo lunghissim­o, dal 2000 al 2016, alla coppia di oggi composta da Guillame Meilland e Paul Andrew, il primo per le collezioni maschili, il secondo per quelle femminili). Ma il racconto di ognuno finiva sempre con il parlare di Wanda e del rapporto che riuscivano ad avere con questa donna, che sapeva ascoltare e consigliar­e e suggerire.

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