Fiori in oro bianco e diamanti L’insolito Bulgari «senza colore»
Presentata a Dubai la collezione Fiorever. Babin: creati 300 posti di lavoro in 18 mesi
Reinventa un motivo iconografico della Roma imperiale, il bocciolo a quattro petali presente negli affreschi del giardino della Villa di Livia o nei mosaici del Mausoleo di Santa Costanza, la nuova collezione di gioielli Bulgari Fiorever presentata martedì nell’hotel della maison a Dubai (testimonial l’attrice spagnola Úrsula Corberó protagonista della serie La casa di carta in onda su Netflix). La linea in oro bianco e diamanti, pensata per fasce di mercato più accessibili con un range dai 5 ai 20 mila euro fino a un massimo di 50 mila, unisce due aspetti: la componente bucolica e l’eternità, che rimandano sia al patrimonio storico-artistico della Capitale sia al Dna del marchio. La cifra stilistica, che ricorda il connubio di materiali tipico degli anni Trenta poi soppiantato dall’oro giallo e dal colore nel dopoguerra, è «un fiore strutturato, tridimensionale, in versione tremblant (mobile) nelle creazioni più sofisticate»: a descrivere la nuova icona del brand, che declina in chiave romantica l’idea dell’infinito comune anche al serpente, è l’amministratore delegato Jean-christophe Babin. Simbolo tanto più versatile nella cultura mediorientale, dove ci si imbatte nel paradosso «tra apparenze minimaliste e stravaganza nascosta dietro le quinte». «Sono una persona abbastanza romantica e la rosa mi ha sempre commosso — svela Babin —. È un misto sottile di estetica, con tanti petali che convergono, ed eleganza grafica anche nella parte olfattiva». Il concetto di «per sempre» ha ancora senso in una società così appiattita sul presente? «L’essere umano ha bisogno di avventura, ma anche di sicurezze. Fiorever è un richiamo alla natura, che a livello emotivo ti radica: chi non ha mai ricevuto o regalato fiori?». Come prevedete di chiudere il 2018? «I dati del gruppo sono eccellenti in tutte le divisioni. Prima si giocava tutto su Natale, ormai la domanda non ha più un picco ma è abbastanza sostenuta per gran parte dell’anno, anche se ci sono mesi che contano in misura maggiore». Quali sono gli obiettivi per il 2019? «Viviamo in un periodo di grande accelerazione in cui, come si dice nel tennis, si può fare il break. L’italia per noi è importate perché fabbrichiamo tutto qui, dunque continueremo a rafforzare l’eccellenza dei nostri mestieri. L’investimento nel settore manifatturiero a monte va avanti: negli ultimi 18 mesi abbiamo creato 300 nuovi posti di lavoro e puntiamo a crearne altri 300-400 entro il 2025».