Al via Filiera Italia, le strategie Coldiretti con i grandi marchi
Esce allo scoperto Filiera Italia, organizzazione che unisce in una casa comune Coldiretti e i grandi marchi dell’alimentare. Tra gli aderenti: Ferrero, Doria Cremonini, Biraghi, Cirio, Pomi’-de Rica, Casillo. L’obiettivo è aiutare gli agricoltori italiani a «riconvertirsi» in funzione delle esigenze delle industrie alimentari. Con un evidente vantaggio reciproco. Rinforzato dalla possibilità di rivendicare presso il consumatore l’italianità del prodotto.
L’aggregazione attorno al progetto di Filiera Italia è partita sotto traccia nel maggio scorso. Un progetto che piace al governo gialloverde. Non a caso ieri alla presentazione a Cernobbio — in occasione del Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione organizzato dalla Coldiretti in collaborazione con lo Studio Ambrosetti — ha partecipato il ministro leghista dell’agricoltura Gian Marco Centinaio. Consigliere delegato di Filiera Italia è Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare a fine mandato.
Obiettivo di questa nuova organizzazione di rappresentanza verticale è promuovere accordi di filiera come quello firmato ieri da Coldiretti, Mcdonald’s e Inalca del gruppo Cremonini. Già oggi Mcdonald’s produce i suoi hamburger acquistando 11mila tonnellate di carne bovina l’anno da 15 mila allevamenti italiani. La nuova intesa alza l’asticella e vuole garantire, oltre all’italianità della carne, anche benessere animale, rispetto dell’ambiente e lavoro etico. L’aia, associazione italiana allevatori, farà controlli mensili agli allevatori aderenti a questo protocollo.
Con un ruolo di controllo anche il Dqa, Dipartimento qualità agroalimentare. Da gennaio si parte con 400 allevamenti per arrivare a 4.000 in tre anni. Il processo di crescita del progetto sarà monitorato attraverso un sito Internet ad hoc. Ovviamente l’operazione ha un costo a cui contribuisce la stessa Mcdonald’s. «Crediamo che il nostro accordo possa diventare, perché no, una buona pratica da prendere a riferimento», auspica l’amministratore delegato di Mcdonald’s, Mario Federico. Da notare: a portare la bandiera dell’italianità in questo caso è una multinazionale straniera.