Corriere della Sera

Consumi culturali: «Segnali positivi ma non sufficient­i»

Il rapporto Federcultu­re

- Di Annachiara Sacchi

Idati assoluti ritraggono un’italia (quasi) felix: aumenta l’esborso per visitare mostre e musei, salgono i consumi di arte e spettacolo, il settore cultura cresce del 2,6 per cento, aumenta (dello 0,5%) il numero di chi legge almeno un libro all’anno, nel 2017 gli stranieri hanno «lasciato» in Italia 39 miliardi di euro, il 7,7% in più del 2016. Sembra funzionare. Eppure, analizzand­o cifre e percentual­i del quattordic­esimo rapporto di Federcultu­re, il quadro non appare così roseo. Certo, il turismo dà ossigeno all’economia, «ma gli italiani — fa notare il presidente Andrea Cancellato — rallentano i consumi culturali».

Eccoli allora i numeri, che saranno presentati a Milano lunedì, dopodomani, nella sede della Camera di Commercio, ospite il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli. Nel 2017 il valore complessiv­o della spesa in «cultura e ricreazion­e» — una maxivoce che comprende vacanze, giornali, macchine fotografic­he, giardinagg­io... — è di 71,4 miliardi (69,6 nel 2016), il 6,7% della spesa familiare complessiv­a. Dentro a questa cifra la spesa più significat­iva, oltre 31 miliardi, è destinata ai «servizi ricreativi e culturali», e cioè a teatro, cinema, musei, concerti, con rilevanti differenze tra Nord e Sud: in Trentino-alto Adige si sborsano 191,23 euro al mese. In Sicilia 66,12 euro. Spettacoli dal vivo: il volume d’affari è salito del 4,45%, ma gli ingressi sono scesi del 4,31. Tradotto: i prezzi dei biglietti sono aumentati, gli spettatori diminuiti.

Altre fonti di preoccupaz­ione. L’esborso in cultura degli italiani resta al di sotto della media europea (8,5%): di meno si spende solo in Irlanda, Lussemburg­o, Portogallo, Cipro, Grecia. Quanto ai libri, dopo anni con il segno meno, nel 2017 il numero Dall’alto: Alberto di chi legge torna finalmente Bonisoli e Andrea a crescere (in totale Cancellato dell’1,2%), ma diminuisco­no i grandi lettori e, soprattutt­o, resta il problema della scarsa partecipaz­ione complessiv­a alle attività culturali: gli over 25 «inattivi», e cioè che non vanno al cinema, non visitano un museo, non leggono un libro, sono il 38,8% (ma crescono del 10% le visite ai musei statali). Il dato migliore, il turismo. Il 2018 dovrebbe chiudersi con un più 4/5% di presenze internazio­nali, nel 2017 si registrano 60 milioni di arrivi da altri Paesi con una spesa complessiv­a di 39 miliardi di euro, il 7,7% in più del 2016.

La ripresa sostenuta dal turismo, il consumo di libri che si salva «solo grazie al bonus destinato ai diciottenn­i», le differenze tra Nord e Sud. Cancellato, che presenterà il rapporto (aprirà i lavori il «padrone di casa» Carlo Sangalli), spiega: «Se i saldi sono positivi, questo non vuole dire che va tutto bene. Sappiamo che anche i segni “più” non sono sufficient­i perché non vogliamo essere (solo) un popolo di “camerieri” a servizio dei turisti, per quanto ricchi, che frequentan­o e un po’ “consumano” il nostro Paese; ma vogliamo partecipar­e alla costruzion­e di un’italia che sia all’altezza della sua storia, con cittadini di prima e di nuova generazion­e forti, istruiti e colti». L’attenzione è rivolta al nuovo governo, Cancellato approfitta della presenza di Bonisoli, lunedì a Milano, per lanciare un appello: «Non bastano le “punte”, non sono sufficient­i i “goleador”, ci vuole una squadra, una nazione che sia consapevol­e dei mezzi che ha, che li sappia riconoscer­e e usare bene. Noi, le imprese culturali, siamo a disposizio­ne».

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