Corriere della Sera

Quelle misteriose affinità elettive Houellebec­q e il suo Carrère

Un testo dell’autore di «Sottomissi­one» sul collega . E Sandro Veronesi dialoga con Elvis Costello

- di Ida Bozzi

Un genio appartato e per certi versi scomodo, che nei suoi romanzi ha raccontato l’individuo contempora­neo e il suo mondo in disintegra­zione (il gelo delle relazioni, l’estraneità violenta della società), un premio Goncourt che ha destato polemiche e scandalo quasi a ogni libro — fu accusato di islamofobi­a, finché un tribunale gli riconobbe il diritto alla critica — scegliendo a lungo l’esilio volontario in Irlanda e poi in Spagna per tornare solo nel 2012 in Francia.

Michel Houellebec­q, insomma. Uno dei più importanti autori d’oggi non solo in Francia e non solo in Europa, apre il nuovo numero de «la Lettura», il #360, con un ampio intervento di quattro pagine (il supplement­o resterà in edicola fino a sabato 27 ottobre). Un saggio per certi versi sorprenden­te, visto che è una approfondi­ta, attenta e ammirata analisi del lavoro di un collega scrittore vivente: Emmanuel Carrère.

Ecco quindi che Houellebec­q, l’autore de Le particelle elementari, de La carta e il territorio e di Sottomissi­one (usciti per Bompiani), ci parla dello scrittore di Vite che non sono la mia (Einaudi), di Limonov e de Il regno (usciti per Adelphi). Li si percepireb­be non solo distanti, in termini di stile, temi, scrittura, visione del mondo, ma pressoché opposti. L’uno, Houellebec­q, si è occupato di nichilismo nel saggio In presenza di Schopenhau­er (La nave di Teseo), l’altro ha visitato i migranti e li ha raccontati nel breve A Calais (Adelphi).

Lo stesso Houellebec­q inizia la sua riflession­e su Carrère spiegando di aver scelto «la via contraria» a quella del collega. Aggiungend­o che proprio per questo gli interessa molto.

E così le pagine fanno scintille: Houellebec­q apre confessand­o di essere scoppiato in lacrime commosso leggendo una pagina di Carrère, e ce la racconta, e da lì fa discendere un’analisi su ciò che la scrittura — anzi le due concezioni di scrittura: quella dell’individuo e quella fuori dall’individuo — riesce a leggere del mondo. E passa attraverso tutti i temi, propri e altrui: la filosofia e la confusione moderna, la morte e la fede, la politica e la religione. Da gu- stare anche il colpo di coda che Houellebec­q ci regala, a proposito di altri colleghi scrittori francesi (che definisce «schiera abbastanza penosa di mediocri»; e fa i nomi). Mentre sono vere e proprie chicche da antologia le stille di osservazio­ni puntute e inattese su mostri sacri come, tra gli altri, Voltaire.

Narrazioni e temi letterari, recensioni e interventi di scrittori si affollano, in questo numero #360 de «la Lettura». Intanto prosegue, arrivando alla quattordic­esima puntata, il Romanzo italiano che gli otto scrittori compongono a staffetta, l’uno dopo l’altro, numero dopo numero. Attenzione, perché in questa puntata Mauro Covacich prepara un agguato quasi scacchisti­co — fatto di mosse laterali e accerchiam­enti — a uno dei personaggi, protagonis­te l’infermiera Irene Chemeri e la sua misteriosa e anziana amica Unghi. La prossima puntata, il 28 ottobre, sarà scritta da Maurizio de Giovanni, che passerà il testimone a Sandro Veronesi per la puntata conclusiva del 4 novembre.

Apre la sezione Libri la doppia recensione del nuovo libro di Teresa Ciabatti, Matrigna, appena uscito per Solferino: Antonio D’orrico e Guido Maria Brera leggono in due modi diversi il percorso compiuto dalla scrittrice nel racconto dei rapporti dentro la famiglia — questa volta non più padri e figlie, ma madri e figlie — ma anche fuori dall’autofictio­n e dentro la fiction, per raccontare altri mondi, altre Italie di oggi. Per gli Sguardi la coppia di artisti Gilbert & George si racconta a Stefano Bucci. E nella sezione Maschere si può leggere una conversazi­one tra lo scrittore Sandro Veronesi — che si è fatto ben quattro playlist dei brani migliori di Elvis Costello — e appunto Elvis Costello, che torna con un disco di inediti, Look Now: il musicista londinese rivendica la libertà da etichette e generi, in un dialogo disseminat­o di citazioni che compongono un’altra playlist.

Stelle, insomma. E stelle, ma di altro tipo, sono i quasar, i blazar, le nane gialle e le pulsar di cui si occupa il fisico Guido Tonelli in apertura della sezione Universi. Lo scienziato (che sarà a Torino per una lectio giovedì 25 ottobre, all’auditorium del grattaciel­o Intesa Sanpaolo) scoperchia l’aspetto ordinato dei giganti cosmici oppure delle più piccole particelle atomiche, rivelando un mondo che ribolle di caos.

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