Il momento più delicato per Allegri
Il caso Ronaldo, la squalifica ultrà, l’addio di Marotta: la Juve è più forte di tutto
Il caso Ronaldo, la Curva chiusa per razzismo, l’addio dell’a.d. dei sette scudetti, l’inchiesta di Report che centellina intercettazioni sinistre e dannose per l’immagine della società, anche se di nessun valore dal punto di vista processuale. Non si può dire che il comitato d’accoglienza per l’ottavo scudetto bianconero di fila non si sia organizzato in anticipo. Ma per Massimiliano Allegri, che gode del punto di vista più privilegiato ovvero quello del campo, il problema principale è proprio questo. Dare tutto per scontato: «Perché — dice l’allenatore al quinto anno sulla panchina bianconera — la troppa positività abbassa l’energia. Tutti dicono che la Juventus vincerà tutte le partite, ma il calcio non è così».
Alla faccia della troppa positività, Allegri ritrova finalmente il campo, dopo una sosta che a Cristiano Ronaldo non è mai sembrata così lunga. Per la prima volta nella sua carriera il portoghese non ha risposto per due convocazioni di fila alla chiamata della sua Nazionale, in accordo con la Federazione e ha dovuto concentrarsi anche sulla strategia difensiva contro il tentativo di riaprire il caso di un presunto stupro, che era già chiuso. Ronaldo ha mostrato finora sul campo di non aver per nulla risentito della vicenda. Non solo col gol di Udine, il più bello da quando gioca in serie A, ma anche con gli atteggiamenti e l’applicazione mostrati in allenamento.
Del resto è una vita che CR7 gestisce pressioni enormi. E ieri ai suoi milioni di seguaci sui social, ha voluto mostrare una normale foto in allenamento, accanto proprio ad Allegri. Chissà, forse è una riprova del fatto che Max, grande domatore di stella, ha subito trovato la chiave giusta per il campione più grande che abbia mai avuto a disposizione. Ma come sta Ronaldo, fuori dal campo e sul campo? «È molto sereno e sta lavorando bene, poi non posso rispondere su cose non mie, perché sono personali — dice Max, denotando finalmente un cambio di strategia dopo il disastroso tweet della società sull’inchiesta che riguarda Cristiano —. Sul campo si è inserito molto bene e con grande umiltà. Si è messo a disposizione della squadra e ha portato attenzione e ancor più senso di responsabilità a un gruppo che l’ha sempre avuto. Poi fa gol, che è quello che sa fare meglio di tutti, oltre agli assist, che sono già tanti».
Al volante della fuoriserie portoghese, Allegri vede all’orizzonte il record di vittorie iniziali (10) della Roma di Garcia. Il Genoa del bomber Piatek, l’empoli e il Cagliari sono gli avversari da battere: il campo è davvero il posto più comodo per questa Juve.
Allegri
«Come sta CR7? È sereno e si allena bene, sul resto non rispondo, sono cose personali»
dopo 14 giornate. Il tecnico rossonero però deve chiudere la porta se vuole provare ad arrivare in Champions, perché l’anno passato i conti non tornavano: 24 reti subite in 24 partite. Con la media di un gol a partita si va poco lontano e in questa stagione nulla è migliorato. Il Milan ha già incassato 10 reti, contro le 6 dell’inter. Un problema da risolvere. Dopo la vittoria sul Chievo, Gattuso si è soffermato sull’argomento: «Subiamo gol da 13 partite consecutive. In 9 partite abbiamo fatto qualche errore, ma ci sta per il tipo di gioco che facciamo. Se vai a quantificare quante cose in più ti dà questo tipo di gioco, però, i vantaggi sono più degli svantaggi».
A sorpresa è finora la Sampdoria ad avere la miglior difesa del torneo con appena 4 reti, segue la Juventus (5) e poi al terzo posto ci sono l’inter e la Fiorentina (6).
Il conto va pesato in base agli avversari affrontati ed è vero che il Milan ha già incrociato Napoli e Roma, ma lo score di Gattuso parla di 31 partite da tecnico in serie A con 34 reti subite e solo 7 gare chiuse con la porta inviolata. Qualcosa va rivisto. Spalletti partiva invece da una base già solida e in estate l’inter si è rinforzata molto nel reparto inserendo Asamoah, Vrsaljko e De Vrij. Il Milan ha provato a irrobustirsi con Caldara, che ha giocato una sola partita in Europa League, e Laxalt, utilizzabile anche da terzino, e Strinic (infortunato). Nel derby si aspettano i bomber, ma una parola l’avranno soprattutto le due difese. www.corriere.it