Corriere della Sera

Il leader rivendica l’«onestà» Di Battista: io a Natale torno

Dal palco di Roma Casaleggio spinge Rousseau: per aderire basta un sms

- E. Bu.

ROMA Quattro anni dopo i 5 Stelle tornano al Circo Massimo per la loro kermesse. Quattro anni che sembrano però politicame­nte molti di più. E non solo perché il Movimento da opposizion­e è passato al governo o perché i riflettori ora sono sui ministri e Davide Casaleggio (Beppe Grillo arriverà oggi).

Le bandiere non sono più quelle No Tav (tranne qualche eccezione come quelle che sventola il padre di Alessandro Di Battista), ma al massimo campeggian­o striscioni per il no al referendum Atac. I toni sono diversi e lo si avverte subito quando sul maxischerm­o nel tardo pomeriggio appaiono le immagini della conferenza stampa di Palazzo Chigi sul decreto fiscale. Timidi applausi e qualche fischio per Matteo Salvini, l’alleato di governo. Poco più tardi Luigi Di Maio interviene dal palco, inaugurand­o la festa. «In questi ultimi giorni mi avete visto un po’ arrabbiato — esordisce il vicepremie­r — non per combattere contro qualcuno, ma per tenere alto un principio che gridavamo nelle piazze: onestà. Non ci sarà nessun condono e nessuno scudo fiscale», annuncia. La battaglia si sposta sul tenere alti i valori del Movimento, proprio nel luogo dove, dopo la sconfitta alle Europee, è partita la scalata dei 5 Stelle al governo. «Siamo 30 mila», annunciano gli organizzat­ori (che hanno come obiettivo le 5o mila presenze), ma a colpo d’occhio il prato è popolato solo in parte. «Siamo al governo e ancora riempiamo le piazze», fa eco Di Maio dal palco. Affollate, invece, sono le agorà, i micro-comizi che si tengono contempora­neamente in diversi punti del Circo Massimo.

dA metà pomeriggio interviene Casaleggio per parlare di cittadinan­za digitale: «I diritti evolvono», dice lo stratega M5S. Parla di testamento digitale e lancia la nuova funzione: aderire a Rousseau con un sms. Quando cala il tramonto arrivano i big: dalla sindaca Virginia Raggi al presidente della Camera Roberto Fico — che dal palco ricorda come quella con la Lega non sia una alleanza, «quelle le fai sui valori», e lancia un appello: «Non ci dimentichi­amo mai chi eravamo ieri: spesso si arriva nei palazzi e ci si accomoda» — ai ministri Toninelli e Fraccaro. Interviene dall’america Di Battista («A Natale torno, mi manca la battaglia»). E in chiusura di nuovo Di Maio: «Non ci siamo montati la testa».

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