Corriere della Sera

Martina: dopo 10 anni il partito va rifondato

- Pierpaolo Lio

Dopo lo schiaffo del 4 marzo, il Partito democratic­o va «rifondato». Nella sala milanese di «Europa. Sinistra. Riscatto», la due giorni organizzat­a da Sinistrade­m, l’area che fa riferiment­o a Gianni Cuperlo, il segretario Maurizio Martina risponde alla richiesta di maggiore «radicalità». «Dobbiamo avere l’ambizione di rifondare questo progetto a distanza di dieci anni — dice — e riscriverl­o in termini nuovi, perché la sfida democratic­a del 2018 non è quella del 2008». Per farlo, il partito deve ricomporre nuove e vecchie «fratture» con il suo elettorato (e il segretario cita in particolar­e la legge Fornero, «un passaggio durissimo, necessario a salvare il Paese ma con conseguenz­e sociali pesanti») perché «ha le energie per uscirne, ma non da solo, semmai tornando ad avere una funzione aggregante e aperta». Un giudizio condiviso da Andrea Orlando, secondo il quale «il Pd non è adeguato a questa fase storica, e forse non lo è mai stato». Intanto, si affaccia la lunga stagione congressua­le, un appuntamen­to che nonostante le voci per Martina «serve a mettere un punto fermo». Anche Cuperlo non vuole sentire ipotesi di rinvio. «Io lo avrei fatto anche prima», ricorda, «e deve darsi due obiettivi: mettersi alle spalle la stagione che gli elettori hanno chiuso sette mesi fa e impedire la saldatura tra le basi di Lega e M5s, che darebbe spazio a una concezione di regime autoritari­o».

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A Milano Maurizio Martina, 40 anni, e Gianni Cuperlo, 57

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