Martina: dopo 10 anni il partito va rifondato
Dopo lo schiaffo del 4 marzo, il Partito democratico va «rifondato». Nella sala milanese di «Europa. Sinistra. Riscatto», la due giorni organizzata da Sinistradem, l’area che fa riferimento a Gianni Cuperlo, il segretario Maurizio Martina risponde alla richiesta di maggiore «radicalità». «Dobbiamo avere l’ambizione di rifondare questo progetto a distanza di dieci anni — dice — e riscriverlo in termini nuovi, perché la sfida democratica del 2018 non è quella del 2008». Per farlo, il partito deve ricomporre nuove e vecchie «fratture» con il suo elettorato (e il segretario cita in particolare la legge Fornero, «un passaggio durissimo, necessario a salvare il Paese ma con conseguenze sociali pesanti») perché «ha le energie per uscirne, ma non da solo, semmai tornando ad avere una funzione aggregante e aperta». Un giudizio condiviso da Andrea Orlando, secondo il quale «il Pd non è adeguato a questa fase storica, e forse non lo è mai stato». Intanto, si affaccia la lunga stagione congressuale, un appuntamento che nonostante le voci per Martina «serve a mettere un punto fermo». Anche Cuperlo non vuole sentire ipotesi di rinvio. «Io lo avrei fatto anche prima», ricorda, «e deve darsi due obiettivi: mettersi alle spalle la stagione che gli elettori hanno chiuso sette mesi fa e impedire la saldatura tra le basi di Lega e M5s, che darebbe spazio a una concezione di regime autoritario».