Tra kamikaze e mortai, il coraggio degli afghani ore in fila per votare
50 vittime, 3 mila seggi chiusi, ma il sistema ha retto
Stanchi dopo quattro ore di coda, col rischio di un kamikaze, un colpo di mortaio o una sventagliata di kalashnikov da parte dei talebani, una dozzina di elettori afghani sono entrati con la forza in un seggio di Shirin Tagab, nel Nord del Paese. A differenza di tanti altri centri elettorali, quello del loro distretto era aperto. La polizia sorvegliava le strade e la fortuna era stata così sfacciata che persino le schede e gli elenchi degli aventi diritto erano arrivati in orario la mattina. Gli scrutinatori però erano ugualmente lenti, lentissimi. Colpa delle macchinette di «verifica biometrica» volute all’ultimo momento dalla Commissione elettorale indipendente per «ridurre» i brogli. O le macchinette non funzionavano o gli scrutinatori, a mala pena capaci di leggere e scrivere, non le sapevano usare. L’esasperata dozzina le ha strappate dalle mani degli scrutinatori e le ha distrutte a colpi di sandalo. «Le operazioni di voto — chiosa l’agenzia Pajhwok — hanno ripreso spedite».
Le parlamentari afghane di ieri sono state anche questo. Dei 7 mila seggi preventivati quasi tremila sono stati cancellati o sospesi per problemi di sicurezza. Non si voterà, ad esempio, nell’intera provincia di Ghazni la cui capitale era stata conquistata dai talebani in agosto. Oggi la Commissione elettorale deciderà cosa fare dei seggi chiusi all’ultimo momento in 400 distretti, mentre è già annunciato che a Kandahar (un’area filo-talebana) si voterà sabato prossimo dal momento che il capo della polizia e quello dell’intelligence sono stati uccisi dagli integralisti proprio alla vigilia del voto e non si è ancora trovato con chi rimpiazzarli.
Difficile considerare una festa democratica un voto rimandato di quasi tre anni, accessibile in pratica solo nei grandi centri urbani e con un registro elettorale che lascia escluso almeno il 50% dei maggiorenni. Su circa 30 milioni di abitanti, i registrati sono 8,8 milioni, ma di questi quasi due milioni non hanno avuto accesso alle schede e, secondo alcune ong, tra i 2 e i 4 milioni erano comunque registrazioni fittizie. Per i risultati definitivi bisognerà aspettare
I risultati
A Kandahar si vota sabato. Per i risultati definitivi bisognerà aspettare novembre