Corriere della Sera

Sindrome Olimpico la Roma si scioglie e la Spal banchetta

Gialloross­i k.o. Furia Pallotta su Di Francesco

- Luca Valdiserri

Due punti casalinghi su 9 con Atalanta, ROMA Chievo e Spal. Il campionato della Roma è tutto qui: nei punti dilapidati all’olimpico e nella mancanza «genetica» di un gioco convincent­e. Escluse le goleade con i materassi Frosinone e Viktoria Plzen, resta una sola partita davvero ben giocata: il derby con la Lazio. Troppo poco. Il presidente James Pallotta aveva definito la Roma «disgusting» dopo la sconfitta di Bologna, facendo immaginare cupi orizzonti per Di Francesco (anche ieri era furibondo, ma l’allenatore è stato salvato dalla gara di martedì contro il Cska). La reazione ha portato a 4 vittorie consecutiv­e e all’illusione che i gialloross­i avessero trovato la necessaria continuità. La Spal, che veniva da 4 sconfitte di fila, ha riportato alla luce il tabù Olimpico. Da quando c’è Di Francesco la Roma ha perso 7 partite su 24 tra le mura amiche. Nell’era americana la sua media punti casalinga (1,79 a gara) è superiore solo a quella di Zeman (1,63) ma inferiore a quella di Luis Enrique (1,84), Andreazzol­i (2,12), Garcia (2,23) e Spalletti (2,52).

Lo spread dai primi posti, così, continua a salire. Ieri è stata disastrosa la partita di Dzeko, che si è divorato un gol fatto sullo 0-0 e un altro sullo 0-1: potevano cambiare il risultato. Sarebbe un errore, però, limitare l’analisi al centravant­i. Di Francesco si è affidato completame­nte alla vecchia guardia ma non ha costruito alternativ­e reali ai senatori, mentre la campagna acquisti di Monchi era stata puntata verso il futuro. La

Roma è così un ibrido che si accende solo nelle grandi occasioni tipo la Champions. Alcune scelte incomprens­ibili del

tecnico non aiutano: Zaniolo ha fatto il titolare al

Bernabeu ma

ieri sono entrati Coric (mai usato

prima) e Pastore (molto lontano da una condizione accettabil­e dopo i troppi infortuni).

La Spal ha ritrovato la vittoria con una gara attenta, di sacrificio ma anche di buone giocate, come quando Lazzari si è procurato il rigore dell’1-0, approfitta­ndo dell’ingenuità di Luca Pellegrini. Vanja Milinkovic-savic, il portiere fratello del laziale Sergej, ha provato a rovinare tutto incappando in due gialli consecutiv­i (perdita di tempo e pallone lanciato provocator­iamente verso la curva Sud) ma la Roma ieri non avrebbe segnato nemmeno in una porta da rugby. Gli emiliani hanno 12 punti, umili ma concreti come il loro allenatore.

Anche ieri non è stata fatta entrare all’olimpico la bandiera di Federico Aldrovandi, il ragazzo ferrarese ucciso il 25 settembre 2005 con seguente condanna «per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi» di quattro poliziotti. Il viso di Federico, però, compariva nella curva romanista, sullo striscione dei Fedayn, che nella stagione scorsa deposero fiori sul luogo della sua morte. Lino, il padre di Federico, alla vigilia aveva parlato alla radio privata romana Rete Sport: «Spero che quest’anno la bandiera di Federico possa entrare: è un simbolo di pace, non di violenza». La verità fa davvero così paura?

 ??  ?? A secco Edin Dzeko, 32 anni, fin qui 2 gol in campionato, contrastat­o da Milinkovic-savic (Lapresse)
A secco Edin Dzeko, 32 anni, fin qui 2 gol in campionato, contrastat­o da Milinkovic-savic (Lapresse)

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