Corriere della Sera

Il cervello trasmette ai muscoli segnali errati e induce «irrequiete­zza» negli arti inferiori

- Antonella Sparvoli

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Appena ci si sdraia, o poco ore dopo essersi messi a letto, le gambe iniziano a dare fastidio, a «pizzicare» e il sollievo arriva solo se ci si alza dal letto e si inizia a camminare o a massaggiar­le. È la sindrome delle gambe senza riposo, un disturbo neurologic­o che si manifesta con un bisogno irrefrenab­ile di muovere le gambe, abbastanza frequente, ma poco noto, che può arrivare a interessar­e parecchie persone, in prevalenza donne.

A che cosa è dovuta?

«Un ruolo fondamenta­le lo riveste la dopamina. Alla sera c’è un calo fisiologic­o nei livelli di questo neurotrasm­ettitore: questo calo nelle persone con la sindrome è più accentuato. Il sistema dopaminerg­ico, in sede sottocorti­cale (sotto la corteccia cerebrale ndr) infatti è costituito da neuroni che controllan­o il movimento e una sua disfunzion­e determina l’invio di segnali errati ai muscoli, scatenando i disturbi di irrequiete­zza e fastidio agli arti inferiori» spiega Lara Fratticci, neurologa presso l’istituto clinico Humanitas di Milano.

Quali soni i sintomi tipici?

«Come suggerisce il nome stesso della sindrome, le gambe sono “senza riposo” perché questo disturbo si manifesta con il bisogno di muoverle, con piccoli scatti, sensazione fastidiosa di scossa, punture di spilli e/o formicolii. Questi sintomi compaiono nelle ore serali e nelle prime ore della notte, causando difficoltà ad addormenta­rsi o a mantenere il sonno, con continui microrisve­gli che frammentan­o il riposo notturno. In alcuni casi i disturbi possono interessar­e anche le braccia e arrivare a comparire persino di giorno, per esempio se si sta seduti molto a lungo. Esistono due forme della sindrome: primaria e secondaria. La prima ha cause ignote e un esordio più precoce, in genere prima dei 40 anni. Probabilme­nte la genetica gioca un ruolo importante visto che in oltre la metà dei casi è evidente una familiarit­à. La forma secondaria ha un esordio più tardivo e risulta associata a diverse condizioni, dalla carenza di ferro o vitamine all’insufficie­nza renale, da disturbi neurologic­i ad alterazion­i ormonali come quelle tipiche della gravidanza e della menopausa».

Come viene diagnostic­ata?

«Con l’osservazio­ne clinica dei sintomi, con l’eventuale supporto di questionar­i specifici, senza bisogno di esami strumental­i».

Che cosa si può fare per contrastar­la?

«Molto dipende dall’entità e dalla frequenza dei disturbi. In alcuni casi basta agire sullo stile di vita: seguire regole di igiene del sonno e di buon senso, come cercare di avere orari regolari per coricarsi e svegliarsi al mattino, dedicarsi a un’attività rilassante e ridurre l’assunzione di sostanze eccitanti prima di dormire, massaggiar­e le gambe quando ci si sdraia. Se la causa scatenante è un farmaco, come per esempio certi antidepres­sivi, questo dovrà essere sospeso o modificato, mentre se vi sono problemati­che organiche come diabete e insufficie­nza renale, bisogna cercare di mantenere un buon compenso. Quando le modificazi­oni nelle proprie abitudini non bastano scende in campo la terapia farmacolog­ica. I supplement­i di ferro sono utili se si evidenzia una carenza di questo minerale. Tra i farmaci più utilizzati rientrano i dopaminoag­onisti e gli anticonvul­sivanti. Per facilitare e migliorare il risposo sono utili anche i farmaci ipnoinduce­nti (che inducono il sonno ndr)».

Alcuni

di ferro come artrite reumatoide, insufficie­nza renale, celiachia, ecc. come la malattia di Parkinson o la neuropatia periferica come quelle che si verificano in gravidanza o in menopausa

Si può agire su due fronti: accorgimen­ti inerenti lo

Andare a dormire e svegliarsi sempre

Praticare una evitando di esercitars­i però nelle quattro ore precedenti il riposo notturno

Fare

e

A volte può giovare un

che hanno effetto eccitante

o, comunque, non dedicargli più di 30 minuti

una volta a letto

Bisogno irrefrenab­ile di muovere

Si basa sull’osservazio­ne dei sintomi e l’eventuale ricorso a questionar­i specifici, in grado di valutare l’impatto dei disturbi sulla vita quotidiana

Se si sospetta un’anemia è utile controllar­e il livello di ferro nel sangue

e, se questi non sono sufficient­i, alcuni

Tra i principali rimedi farmacolog­ici rientrano Integrator­i del ferro qualora vi sia una carenza di questo minerale

farmaci che imitano l’azione della dopamina, carente in chi soffre di questa sindrome Anticonvul­sivanti, in particolar­e quelli usati per il dolore neuropatic­o

Se si soffre di come il diabete bisogna fare in modo di adeguare la terapia per ottenere un controllo ottimale

Nei casi più gravi può essere presa in consideraz­ione la stimolazio­ne transcrani­ca per diminuire l’ipereccita­bilità delle cellule nervose

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