Il cervello trasmette ai muscoli segnali errati e induce «irrequietezza» negli arti inferiori
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Appena ci si sdraia, o poco ore dopo essersi messi a letto, le gambe iniziano a dare fastidio, a «pizzicare» e il sollievo arriva solo se ci si alza dal letto e si inizia a camminare o a massaggiarle. È la sindrome delle gambe senza riposo, un disturbo neurologico che si manifesta con un bisogno irrefrenabile di muovere le gambe, abbastanza frequente, ma poco noto, che può arrivare a interessare parecchie persone, in prevalenza donne.
A che cosa è dovuta?
«Un ruolo fondamentale lo riveste la dopamina. Alla sera c’è un calo fisiologico nei livelli di questo neurotrasmettitore: questo calo nelle persone con la sindrome è più accentuato. Il sistema dopaminergico, in sede sottocorticale (sotto la corteccia cerebrale ndr) infatti è costituito da neuroni che controllano il movimento e una sua disfunzione determina l’invio di segnali errati ai muscoli, scatenando i disturbi di irrequietezza e fastidio agli arti inferiori» spiega Lara Fratticci, neurologa presso l’istituto clinico Humanitas di Milano.
Quali soni i sintomi tipici?
«Come suggerisce il nome stesso della sindrome, le gambe sono “senza riposo” perché questo disturbo si manifesta con il bisogno di muoverle, con piccoli scatti, sensazione fastidiosa di scossa, punture di spilli e/o formicolii. Questi sintomi compaiono nelle ore serali e nelle prime ore della notte, causando difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, con continui microrisvegli che frammentano il riposo notturno. In alcuni casi i disturbi possono interessare anche le braccia e arrivare a comparire persino di giorno, per esempio se si sta seduti molto a lungo. Esistono due forme della sindrome: primaria e secondaria. La prima ha cause ignote e un esordio più precoce, in genere prima dei 40 anni. Probabilmente la genetica gioca un ruolo importante visto che in oltre la metà dei casi è evidente una familiarità. La forma secondaria ha un esordio più tardivo e risulta associata a diverse condizioni, dalla carenza di ferro o vitamine all’insufficienza renale, da disturbi neurologici ad alterazioni ormonali come quelle tipiche della gravidanza e della menopausa».
Come viene diagnosticata?
«Con l’osservazione clinica dei sintomi, con l’eventuale supporto di questionari specifici, senza bisogno di esami strumentali».
Che cosa si può fare per contrastarla?
«Molto dipende dall’entità e dalla frequenza dei disturbi. In alcuni casi basta agire sullo stile di vita: seguire regole di igiene del sonno e di buon senso, come cercare di avere orari regolari per coricarsi e svegliarsi al mattino, dedicarsi a un’attività rilassante e ridurre l’assunzione di sostanze eccitanti prima di dormire, massaggiare le gambe quando ci si sdraia. Se la causa scatenante è un farmaco, come per esempio certi antidepressivi, questo dovrà essere sospeso o modificato, mentre se vi sono problematiche organiche come diabete e insufficienza renale, bisogna cercare di mantenere un buon compenso. Quando le modificazioni nelle proprie abitudini non bastano scende in campo la terapia farmacologica. I supplementi di ferro sono utili se si evidenzia una carenza di questo minerale. Tra i farmaci più utilizzati rientrano i dopaminoagonisti e gli anticonvulsivanti. Per facilitare e migliorare il risposo sono utili anche i farmaci ipnoinducenti (che inducono il sonno ndr)».
Alcuni
di ferro come artrite reumatoide, insufficienza renale, celiachia, ecc. come la malattia di Parkinson o la neuropatia periferica come quelle che si verificano in gravidanza o in menopausa
Si può agire su due fronti: accorgimenti inerenti lo
Andare a dormire e svegliarsi sempre
Praticare una evitando di esercitarsi però nelle quattro ore precedenti il riposo notturno
Fare
e
A volte può giovare un
che hanno effetto eccitante
o, comunque, non dedicargli più di 30 minuti
una volta a letto
Bisogno irrefrenabile di muovere
Si basa sull’osservazione dei sintomi e l’eventuale ricorso a questionari specifici, in grado di valutare l’impatto dei disturbi sulla vita quotidiana
Se si sospetta un’anemia è utile controllare il livello di ferro nel sangue
e, se questi non sono sufficienti, alcuni
Tra i principali rimedi farmacologici rientrano Integratori del ferro qualora vi sia una carenza di questo minerale
farmaci che imitano l’azione della dopamina, carente in chi soffre di questa sindrome Anticonvulsivanti, in particolare quelli usati per il dolore neuropatico
Se si soffre di come il diabete bisogna fare in modo di adeguare la terapia per ottenere un controllo ottimale
Nei casi più gravi può essere presa in considerazione la stimolazione transcranica per diminuire l’ipereccitabilità delle cellule nervose