«Rocco Schiavone» e il rinnovamento delle fiction Rai
L’ottimo esordio, mercoledì sera su Rai2, di Rocco Schiavone 2, la seconda stagione delle serie breve tratta dai romanzi di Antonio Manzini e interpretata da Marco Giallini, ci spiega qualcosa d’interessante sullo stato di salute della fiction di produzione nazionale. La fiction è un genere costoso ma dagli «alti rendimenti» in termini d’ascolti, essenziale per la tv generalista.
I dati di questa seconda stagione sono positivi: 3.172.000 spettatori e una share anomala per la rete, quasi il 14%. Nelle prossime tre settimane vedremo se la media sarà mantenuta, ma tutto sembra farlo pensare (la fiction è il genere che più crea fedeltà). Chi ha seguito il poliziesco con Giallini? L’audience vede equilibrio fra i sessi (14% di share fra gli uomini, 13,9% fra le donne), a testimonianza di un prodotto peculiare, visto che la fiction di solito piace più al pubblico femminile. Le fasce d’età centrali, e in particolare i 5060enni, sono quelle che più premiano: quasi 20%.
Ma sono soprattutto gli spettatori con livelli d’istruzione più elevati a seguire Rocco Schiavone: 22% di share fra i laureati, 16,5% di share fra gli spettatori con livelli di istruzione medio-alti. Il prodotto aveva fatto il suo esordio nel novembre del 2016, raccogliendo ascolti analoghi, leggermente superiori. La produzione di fiction originale e nazionale è un tratto fondamentale per la nostra industria culturale. In questi ultimi anni due modelli hanno subito importanti mutazioni: da un lato è nata la fiction pay, proprio dieci anni fa, grazie a Sky Italia: un prodotto dalle ambizioni internazionali, che non ha nulla da invidiare alle grandi serie (da Romanzo Criminale a Gomorra).
E poi c’è la Rai, che ha innovato, pensando a titoli adatti a diverse reti e pubblici, non solo a Rai1. Rocco Schiavone è il frutto di questo lavoro di rinnovamento. (a.g.)