Il ritorno di Ventura è un incubo: il Chievo ne prende 5
L’ex c.t. della Nazionale crolla in casa con l’atalanta (tripletta di Ilicic): «Dovevo partire dalla serenità»
«Dobbiamo cambiare un attimino». Parole al confine con il patetico quelle di Gian Piero Ventura che riprende da dove aveva interrotto, il 15 gennaio 2017, quando la Federazione lo scaraventò giù dalla panchina della Nazionale visto che lui non aveva alcuna intenzione di mollarla nonostante il fallimento azzurro. Il ritorno in serie A si rivela il sequel di un horror ancora più inquietante: il Chievo, che l’ha assunto per provare a riprendersi una salvezza ad handicap, perde 5 a 1, in casa, senza creare un’azione che sia una, senza lottare, segnando un gol soltanto per la pietà dell’arbitro Rocchi che trasforma un’uscita innocente di Gollini su Meggiorini in un rigore, segnato da Birsa: peccato che nel frattempo l’atalanta avesse già trafitto Sorrentino con De Roon, Gosens e Ilicic, autore di una tripletta da partitella. Alibi? Cinque assenze importanti, squadra in 10 per più di un tempo col doppio giallo a Barba, Atalanta in palla e «mister» nuovo, elemento che in verità — vedi Juric sabato nel Genoa che ferma la Juve — di solito funziona al contrario.
«Eccitato», «feroce»: così si era definito Ventura alla corte del Chievo sottozero, meno 1 partendo dalla penalità di 3 punti. «Mica ero in vacanza, sono qui perché voglio questa salvezza, per la città e per me», aveva precisato stizzito l’ex c.t., quello che si era sentito «tradito e deluso», lui, dopo l’eli- minazione dal Mondiale: «No, la Nazionale non è un lavoro per me». Ora potrebbe lamentarsi con Campedelli per averlo chiamato troppo tardi a sostituire D’anna. Ma la vera novità, il colpo di scena che non ti aspetti è l’ammissione di colpa, almeno parziale, del settantenne tecnico genovese, al decimo campionato in A: «Ho sbagliato. Dovevo partire dalla serenità, invece ho cominciato dal gioco». Non si è vista serenità, tanto meno il gioco. Solo Atalanta. Ma Ventura si è appena accomodato e il tempo c’è anche se il Chievo è già a meno 9 dalla salvezza. Non bastano eccitazione e ferocia, ci vuole il miracolo.