Corriere della Sera

La sua Champions inizia a Old Trafford

Juve a Manchester. Can fermo: nodulo tiroideo

- Paolo Tomaselli

«E un bentornato speciale al numero 7, Cristiano Ronaldo!»: il 5 marzo 2013 Old Trafford provò a mettere in difficoltà con un’accoglienz­a indimentic­abile ed emozionant­e quel ragazzo che a Manchester in sei stagioni era diventato campione, vincendo la sua prima Champions e il primo pallone d’oro. Lui tradì l’emozione, giocò una partita anonima, ma segnò il gol decisivo per il passaggio del Real Madrid agli ottavi di Champions e l’eliminazio­ne dello United. Un fatto che, parole sue, lo aveva lasciato «triste». In panchina con gli spagnoli c’era José Mourinho, che domani Ronaldo ritrova con la sua Juventus. Assieme al Manchester e a quello stadio in cui si è sempre sentito molto più amato rispetto al Bernabeu.

Il fatto che non sia la prima volta di Ronaldo a Old Trafford rallenta il battito cardiaco e sfuma un po’ i sentimenti (che sono agitati invece per Emre Can: dovrà essere sottoposto ad accertamen­ti per un nodulo tiroideo). Ed è meglio così, perché Cristiano è già carico a sufficienz­a, visto che deve ancora giocare una partita intera di Champions con la sua nuova squadra — per l’espulsione dopo 29’ a Valencia e la giornata di squalifica scontata con lo Young Boys di Berna — e ha una voglia matta di lasciare il segno: farlo proprio nel tempio dei Diavoli Rossi stavolta non lo renderebbe sicurament­e triste.

Anche perché sono state settimane complicate per lui. E non certo perché sabato contro il Genoa la Juve per la prima volta non è riuscita a vincere, nonostante il quinto gol di Cristiano («Ogni partita ti insegna qualcosa» ha scritto lui su Instagram). La stampa inglese, assieme a quella tedesca che ha contribuit­o a riaprire il caso del presunto stupro, non ha certo lanciato coriandoli al portoghese in vista del suo ritorno in Inghilterr­a. «Quando penseremo a CR7, non potremo più pensare solo al calciatore, ma anche a questa brutta storia» ha scritto il «Times» di Londra quindici giorni fa. Mentre ieri il Guardian ha fatto un breve riassunto della vicenda («Nuvole scure su Ronaldo»), senza perdere l’occasione di definire «crass» (ovvero grossolano) l’ormai famigerato tweet della Juventus in sua difesa.

Ma ciò non toglie che il tema del giorno per gli inglesi sia soprattutt­o il ritorno di Cristiano sulla loro nobile erba , accompagna­to da un’ammissione che dice tutto sulla stima che gli inglesi hanno del calciatore: «È stato lui a portare lo United in un’altra dimensione» e non solo viceversa. Per le sue capacità tecniche e atletiche, lievitate giorno dopo giorno grazie al fuoco che covava dentro di lui e anche grazie al rapporto padre-figlio instaurato con Sir Alex Ferguson. Che gli perdonava tutto: l’orrendo golf con cui si presentò, gli scherzi, i giochetti in allenament­o contro i senatori, le simulazion­i. Non solo perché Ronaldo a 18 anni si dedicava già anima e corpo al progetto di diventare il migliore calciatore della storia. Ma anche perché «ha un lato infantile che ti induce a volergli bene, ad aiutarlo, a tendergli la mano» come dice Mike Phelan, vice allenatore dello United ronaldiano. Se lo fai, lui poi ti restituisc­e tutto sul campo. Anche su quello dove è diventato grande.

La società Per Can necessari esami clinici per un problema alla tiroide: potrebbe essere operato

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(Lapresse) Ritorno Ronaldo è stato espulso a Valencia: torna dopo la squalifica
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