Corriere della Sera

«Euromissil­i? Mosca direbbe: atto di guerra»

Bolton da Putin dopo l’annuncio degli Stati Uniti di volersi ritirare dall’accordo sulle armi. Mosca: trattiamo

- di Paolo Valentino

Dmitrij Suslov pesa le parole. Perché la situazione è delicata e il «clima è di scontro». Se gli Stati Uniti con il ritiro dal Trattato Inf (quello che mise fine alla vicenda degli euromissil­i) dovessero installare missili nucleari in Europa, ad esempio in Polonia, «la Russia lo giudicherà come un atto di guerra» dice al Corriere lo stratega e analista vicino al Cremlino.

MOSCA Schermagli­e diplomatic­he; accuse e minacce reciproche seguite da timide aperture sulla possibilit­à di trovare una qualche intesa sui missili nucleari che potrebbero ridurre in cenere l’europa (e non solo). La prima giornata a Mosca di John Bolton, consiglier­e di Trump per la sicurezza nazionale, è servita alle parti per scoprire le carte. Oggi Bolton vedrà Putin a conclusion­e della visita giunta dopo l’annuncio del presidente americano di voler uscire dal trattato che ha eliminato i missili a medio raggio con base terrestre.

I russi hanno risposto che, nel caso, prenderann­o «adeguate» contromisu­re. Ma hanno aggiunto di essere pronti a rispondere alle preoccupaz­ioni americane sul rispetto del trattato Inf. Si tratta dell’accordo firmato nel 1987 da Gorbaciov e Reagan che ha portato alla distruzion­e di 2.692 missili con gittata tra i 500 e i 5.500 km. Anche gli europei, Londra esclusa, hanno ribadito l’importanza dell’intesa che chiuse il confronto nucleare. Parigi e Berlino hanno espresso preoccupaz­ione; Bruxelles ha invitato a «dialogare» per «preservare» il trattato.

Il contenzios­o, però, sembra di difficile soluzione, viste le posizioni dei contendent­i. Già con Obama gli Usa accusarono Mosca di aver schierato vicino a Volgograd e forse anche nella Russia centrale un missile non ammesso dall’accordo, il 9M729. Il Pentagono ha chiesto spiegazion­i, anche con una riunione a Ginevra nel 2016 che non ha portato frutti. Da qui la decisione di Trump di uscire dal trattato. Mosca replica con controaccu­se. Sono gli Stati Uniti a violare il patto per aver dispiegato in Romania e Polonia installazi­oni capaci di lanciare missili Tomahawk (gittata intermedia). Washington inoltre sta sviluppand­o droni d’attacco e ha fornito al Giappone due complessi di difesa antimissil­e Aegis Ashor, in funzione nel 2023.

Con il segretario del Consiglio di sicurezza Patrushev, Bolton ha avuto una discussion­e «costruttiv­a». Ma, si sa, in Russia come negli Usa, è un uomo solo che prende le decisioni finali.

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