«Euromissili? Mosca direbbe: atto di guerra»
Bolton da Putin dopo l’annuncio degli Stati Uniti di volersi ritirare dall’accordo sulle armi. Mosca: trattiamo
Dmitrij Suslov pesa le parole. Perché la situazione è delicata e il «clima è di scontro». Se gli Stati Uniti con il ritiro dal Trattato Inf (quello che mise fine alla vicenda degli euromissili) dovessero installare missili nucleari in Europa, ad esempio in Polonia, «la Russia lo giudicherà come un atto di guerra» dice al Corriere lo stratega e analista vicino al Cremlino.
MOSCA Schermaglie diplomatiche; accuse e minacce reciproche seguite da timide aperture sulla possibilità di trovare una qualche intesa sui missili nucleari che potrebbero ridurre in cenere l’europa (e non solo). La prima giornata a Mosca di John Bolton, consigliere di Trump per la sicurezza nazionale, è servita alle parti per scoprire le carte. Oggi Bolton vedrà Putin a conclusione della visita giunta dopo l’annuncio del presidente americano di voler uscire dal trattato che ha eliminato i missili a medio raggio con base terrestre.
I russi hanno risposto che, nel caso, prenderanno «adeguate» contromisure. Ma hanno aggiunto di essere pronti a rispondere alle preoccupazioni americane sul rispetto del trattato Inf. Si tratta dell’accordo firmato nel 1987 da Gorbaciov e Reagan che ha portato alla distruzione di 2.692 missili con gittata tra i 500 e i 5.500 km. Anche gli europei, Londra esclusa, hanno ribadito l’importanza dell’intesa che chiuse il confronto nucleare. Parigi e Berlino hanno espresso preoccupazione; Bruxelles ha invitato a «dialogare» per «preservare» il trattato.
Il contenzioso, però, sembra di difficile soluzione, viste le posizioni dei contendenti. Già con Obama gli Usa accusarono Mosca di aver schierato vicino a Volgograd e forse anche nella Russia centrale un missile non ammesso dall’accordo, il 9M729. Il Pentagono ha chiesto spiegazioni, anche con una riunione a Ginevra nel 2016 che non ha portato frutti. Da qui la decisione di Trump di uscire dal trattato. Mosca replica con controaccuse. Sono gli Stati Uniti a violare il patto per aver dispiegato in Romania e Polonia installazioni capaci di lanciare missili Tomahawk (gittata intermedia). Washington inoltre sta sviluppando droni d’attacco e ha fornito al Giappone due complessi di difesa antimissile Aegis Ashor, in funzione nel 2023.
Con il segretario del Consiglio di sicurezza Patrushev, Bolton ha avuto una discussione «costruttiva». Ma, si sa, in Russia come negli Usa, è un uomo solo che prende le decisioni finali.