Corriere della Sera

Il balzo della Lega: anche il Trentino va al centrodest­ra

- di Marco Imarisio

Anche la Provincia autonoma di Trento si allinea al Nordest leghista. Il partito di Matteo Salvini esce dal turno elettorale come il vero vincitore e manda in archivio vent’anni di governo di centrosini­stra. Il Carroccio diventa il primo partito e sale al 27%, guadagnand­o ventuno punti percentual­i rispetto al 2013 e mantenendo il trend delle recenti politiche; il Pd paga la spaccatura del centrosini­stra autonomist­a, scendendo dal 22,07% al 13,9%. I 5 Stelle non vanno oltre il 7,2 per cento.

Neppure nell’ora dello storico trionfo, Maurizio Fugatti smentisce lo stile low profile: ieri, alle 18, alla festa in una piazza del centro di Trento, si è presentato con un sorriso tranquillo, senza baldanza. Qualcuno lo definisce leghistade­mocristian­o, lui senza scomporsi replica: «Malignità, sono leghista dal 1993». Però ammette: «Io non alzo i toni». L’appellativ­o, tuttavia, deriva anche dal fatto che il neoeletto governator­e della Provincia autonoma sa sempre muoversi senza sbilanciar­si troppo, tanto che, quando Salvini e Maroni si contendeva­no la leadership del Carroccio, non era chiaro da quale parte lui stesse. Non a caso il Capitano ha voluto come segretario della Lega trentina Mirko Bisesti, enfant prodige che era nel suo staff a Bruxelles e che ieri è risultato il primo degli eletti. Quella di Fugatti, d’altronde, è sempre stata una vita di confine: è di Borghetto, l’ultimo borgo prima del Veneto, ma è nato nel vicino ospedale di Bussolengo. Se Erminio Boso divenne famoso per le sue sparate e per l’essere «ruspante», Fugatti si è fatto strada piano piano, partendo dal ruolo di assessore comunale ad Avio, diventando deputato per la prima volta nel 2006, perdendo seccamente la battaglia da candidato presidente della Provincia nel 2013 per concedersi ora una grande rivincita, avendo ampiamente superato la soglia del 40% dei voti che gli consente di avere una maggioranz­a di 21 consiglier­i su 35. D’altronde, per il commercial­ista laureatosi a Bologna in Scienze politiche, questo è un anno da incornicia­re: a marzo, infatti, ha conquistat­o l’elezione alla Camera battendo sonorament­e l’ex governator­e trentino Lorenzo Dellai, l’inventore della Margherita, visto che Salvini non gli aveva regalato il posto sicuro nel collegio plurinomin­ale. Così, dopo esser diventato sottosegre­tario alla Salute, sempre con mosse felpate ha ottenuto di poter correre per l’assalto a Piazza Dante, sede della Provincia. E ha vinto.

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