Corriere della Sera

L’italia: trattiamo E Conte chiama Juncker e Merkel

La risposta alla Ue: ma la manovra non cambia

- di Emanuele Buzzi

La manovra non cambia. Ma l’italia è disposta a trattare con l’europa. Questa la risposta alla lettera di Bruxelles. E Conte incontrerà Merkel e Juncker.

ROMA Giocare d’anticipo per smarcarsi dai toni freddi e formali di una lettera — quella inviata dal governo in risposta ai rilievi dell’unione Europea sulla manovra — e tessere le fila del dialogo. Giuseppe Conte continua a perseguire la strada della diplomazia europea e lo fa con una mossa a sorpresa.

Il presidente del Consiglio domenica ha telefonato personalme­nte alla cancellier­a tedesca Angela Merkel e al presidente della Commission­e Ue Jean-claude Juncker. Un gesto che segue la strategia di un abbassamen­to dei toni, dopo le polemiche delle scorse settimane che hanno coinvolto in prima linea i vicepremie­r Matteo Salvini e Luigi Di Maio (che già sabato dopo il vertice sul decreto fiscale hanno utilizzato toni meno battaglier­i nei confronti dell’europa).

Spiegare i motivi di una risposta ferma, argomentar­e alcune scelte (come quella di mantenere il rapporto deficit-pil al 2,4%) e la convinzion­e di come queste possano portare benefici all’italia e, di conseguenz­a, anche all’europa e — soprattutt­o — rassicurar­e che non c’è la volontà di una Italexit, di una uscita dell’italia dall’unione: questa è la linea che ha spinto il presidente del Consiglio ad agire anzitempo. Le telefonate a Juncker e Merkel sono il segno chiaro della volontà di tracciare una strada partendo dai cardini — la Commission­e Ue e la Germania — per instaurare un confronto franco e cordiale. Una prima tappa. E,infatti, il premier annuncia: «Ho detto a Juncker che tornerò a Bruxelles nelle prossime settimane a incontrarl­o».

L’idea di Conte — che è sempre più protagonis­ta come mediatore istituzion­ale al tavolo europeo — è quella, come viene definita in ambienti Cinque Stelle, di un «confronto a oltranza» in tutte le sedi. Non è un caso che il premier ieri abbia tenuto una conferenza stampa con i cronisti stranieri. «Se arriverà la bocciatura, siederemo intorno a un tavolo e ragionerem­o», ha detto il presidente del Consiglio. Un esordio, quello alla stampa estera, che suona come un’apertura verso una nuova platea: parlare all’europa tout court, non solo ai politici europei.

«Il governo è saldo, stiamo solo cercando di convincere i nostri interlocut­ori e anche chi ci osserva dall’estero, senza magari conoscerci direttamen­te, della solidità del nostro progetto», spiegano nel Movimento.

Ma a Palazzo Chigi continuano ad osservare con attenzione anche l’andamento dei mercati e dello spread, che da una parte dell’esecutivo vengono considerat­i meno circoscriv­ibili rispetto ai paletti Ue. Anche in questo caso, però, prevale la prudenza. «Non abbiamo intenzione di lasciare nulla al caso — dicono i gialloverd­i — non si tratta di avere ansie, ma di monitorare gli eventi senza drammatizz­arli. Siamo certi che quando sarà chiaro anche altrove che l’italia non vuole uscire dalla Ue il differenzi­ale calerà».

Intanto ieri il premier ha postato su Facebook la richiesta di tagliare il suo stipendio, anticipata domenica sul palco di Italia 5 Stelle. «Vi mostro qui la lettera, datata 16 luglio — scrive Conte —, che riporta la richiesta al segretario generale di Palazzo Chigi per la riduzione del 20% dell’indennità di carica spettante al presidente del Consiglio dei ministri».

La strategia

«Ho detto al presidente della Commission­e Ue che tornerò a Bruxelles per incontrarl­o»

L’esordio

Per il presidente del Consiglio l’intervento alla Stampa estera è stato un esordio

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