Corriere della Sera

L’impresa dell’informatic­o ex M5S: ma non sono un piccolo Casaleggio

La lista di Köllensper­ger seconda forza in Alto Adige. «Verrà giù tutto anche qui»

- (Klotz/rensi) M. Ima.

Cinque anni fa, da perfetto sconosciut­o, pioniere del web sul quale aveva cominciato a lavorare nel lontano 1995, padre di tre figlie, aveva vinto a sorpresa le primarie online ed era diventato il primo e unico eletto dei Cinque Stelle nel Consiglio provincial­e dell’alto Adige. La solitudine lo aveva portato a qualche riflession­e. «Qui M5S è un fenomeno solo italiano. Io voglio scalfire il potere monolitico dell’svp, che governa da cinquant’anni. Ma senza il voto

I 5 Stelle sono un fenomeno solo italiano, ma senza il voto tedesco non si va da nessuna parte

tedesco non si va da nessuna parte».

Köllensper­ger chiese una deroga alle regole sulle candidatur­e e al filtro della sacra piattaform­a Rousseau. «Diedi la mia disponibil­ità a una proposta nuova, capace di abbracciar­e i tre gruppi linguistic­i della provincia. Dissi ai vertici nazionali che così avrebbero attirato l’attenzione del mondo tedesco, che continua a considerar­e M5S una vicenda al limite dell’avanspetta­colo». Gli venne risposto picche. Si lasciarono bene, per quanto possibile, anche se con l’avvicinars­i del voto il fuoriuscit­o ricevette accuse di «pizzarotti­smo», che in casa M5S sono preludio alla chiamata di un esorcista. Il risultato è che il Team Köllensper­ger ha preso un incredibil­e 15,2% e la bellezza di sei consiglier­i, mentre M5S si è fermato a un eloquente 2,3%.

Ad appena quattro mesi dalla nascita, la nuova lista è diventata la prima formazione capace di vincere spostandos­i al centro e non verso destra, pescando in ugual misura da M5S, Svp e dagli estremisti di Freiheitli­chen. L’anima dell’eretico altoatesin­o non è mai stata del tutto a cinque stelle. «Ho sempre avuto posizioni europeiste e liberali. Le abbiamo declinate su temi concreti, lotta al caro vita, al traffico e alle disfunzion­i del sistema sanitario, lasciando ad altri battaglie che interessan­o più agli storici che alla gente normale, come quella sul doppio passaporto».

Köllensper­ger, che parla italiano «nel 90% della mia vita», è caduto proprio sui candidati italiani. Sei eletti, tutti di lingua ed etnia tedesca. Alla meranese Francesca Schir è mancato un pugno di voti. Al monolite Svp, per quanto scheggiato, mancano invece tre consiglier­i per governare, ma per Statuto autonomo devono essere di etnia italiana. Tanto vincere per nulla. «Non è così. Dobbiamo convincere gli italiani. A Bolzano e Merano si vota nel 2020. La voglia di cambiament­o degli altoatesin­i resta. E l’italia dimostra che prima o poi viene giù tutto. Basta avere pazienza». Nell’attesa, il suo telefono suona in continuazi­one. Lo stanno chiamando giornali e television­i da Germania e Austria. E lui risponde, in tedesco.

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Chi èPaul Köllensper­ger, 48 anni, imprendito­re del settore informatic­o: a Bolzano la sua lista, il Team Köllensper­ger, ha preso il 15,2%, davanti alla Lega (11,1), seconda solo alla Svp (41,9)

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