Corriere della Sera

«Fatture alla sua fidanzata» L’ira (e i guai) di Mélenchon

Il leader dell’estrema sinistra francese adesso invoca la privacy

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE S. Mon.

PARIGI Quando i media si occuparono della relazione tra l’allora presidente François Hollande e Julie Gayet, il tribuno della sinistra radicale Jeanluc Mélenchon disse che «non possiamo considerar­la come una questione privata, perché la sicurezza del presidente è affare di tutti». E quando i giudici si interessar­ono a François Fillon e alla moglie Pénélope sospettata di essere la sua falsa assistente parlamenta­re, Mélenchon si disse «sconvolto» per l’indegnità della coppia.

Adesso le indagini — per fatture gonfiate — riguardano Mélenchon stesso e Sophia Chikirou, sua consiglier­a, fornitrice di servizi di comunicazi­one e compagna, secondo quanto ha rivelato per la prima volta Mediapart. Allora il leader della France Insoumise parla di «aggression­e» e «ignominia», difende il diritto alla vita privata, denuncia un complotto «Macron-magistrati-media».

Da martedì scorso, quando ha subito la perquisizi­one di casa e ufficio, l’uomo che cerca di accreditar­si come il principale oppositore di Emmanuel Macron non riesce più a placare la propria ira.

Durante i controlli il 67enne Mélenchon ha spintonato il procurator­e e un agente (che ha presentato denuncia), ha urlato frasi memorabili come «La République c’est moi!» o «La mia persona è sacra!», ha filmato tutto con il telefonino salvo poi accusare governo e tv di avere organizzat­o una messinscen­a. Una reazione sproposita­ta, forse L’inchiesta

● La Procura di Parigi ha aperto un fascicolo su «France Insoumise» e il suo leader Jean-luc Mélenchon per impieghi fittizi a Bruxelles e per finanziame­nti illeciti alla campagna del 2017 legata anche al fatto che alle 7 del mattino a casa Mélenchon gli agenti hanno trovato pure Sophia Chikirou, la 39enne fondatrice della società Médiascop che dal 2011 cura le campagne elettorali di Mélenchon.

Ovviamente con chi passa le notti Mélenchon sarebbero affari suoi, senonché i magistrati indagano sulle fatture emesse dalla Médiascop di Chikirou proprio a suo carico, poi integralme­nte rimborsate con i soldi pubblici.

Ci sono alcune voci strane come 6.000 euro per i testi dei brevissimi video della campagna elettorale, 250 euro per ogni discorso di Mélenchon caricato online, 3.600 euro per preparare i militanti. In totale, fanno un milione e 200 mila euro, dei quali 120 mila andati direttamen­te a Sophia Chikirou, che quindi ha guadagnato in media 15 mila euro al mese per otto mesi di campagna elettorale. La Procura di Parigi ipotizza i reati di truffa, abuso d’ufficio, lavoro fittizio, violazione delle regole elettorali.

In questo contesto, la natura della relazione tra il moralista fustigator­e della casta Mélenchon e la comunicatr­ice Chikirou diventa di interesse pubblico, sostiene il giornale Mediapart, che evoca quindi una «relazione extraprofe­ssionale di lunga data».

Il leader della France Insoumise grida ai suoi militanti di farla pagare ai giornalist­i, poi nega che Sophia Chikirou sia la sua compagna. In attesa dei risultati dell’inchiesta, molti si chiedono in ogni caso se sia saggio un giorno affidare i codici nucleari a un uomo collerico, sopra le righe e apparentem­ente fuori controllo come Jean-luc Mélenchon.

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Al fiancoIl leader francese Jeanluc Mélenchon con la sua consiglier­a per la comunicazi­one Sophia Chikirou. I due hanno una relazione e la donna è stata ascoltata nell’ambito dell’indagine per uso illecito di fondi Ue

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