Corriere della Sera

Appuntamen­ti in Rete per le risse Il «fight club» dei ragazzi a Piacenza

Scontri in centro. Identifica­ti giovani tra 14 e 20 anni. Il questore ai genitori: vigilate

-

La vicenda

● A Piacenza, da tre settimane, ogni sabato gruppi di ragazzi tra i 14 e 20 anni si incontrano nelle strade del centro per sfidarsi in risse su «appuntamen­to» convocate sui social

● La Questura ha disposto controlli interforze assieme a carabinier­i e Guardia di Finanza. Sabato sono stati identifica­ti 63 giovani, molti dei quali minori

● La Questura ha deciso di sensibiliz­zare le scuole e di incontrare le famiglie dei ragazzi

Guardia alta e cattiveria, come in un match di pugilato vero. Poi botte da orbi. Il rumore dei pugni in faccia, le urla di incitament­o di chi assiste alla scena: tutti ragazzetti tra i 14 e i 20 anni, come quelli che se le stanno dando. Ma non siamo attorno a un ring. Queste sfide, del tutto «fuorilegge», avvengono nelle vie centrali di Piacenza. E si stanno ripetendo con impression­ante regolarità ogni sabato, oramai da tre settimane. Un fenomeno esploso d’improvviso senza un perché, ma monitorato con attenzione dagli agenti della Questura diretta da Pietro Ostuni che tre giorni fa hanno identifica­to 63 persone — in gran parte giovanissi­mi, sia italiani che stranieri —, tutti protagonis­ti o spettatori dell’ennesima serie di match.

Sei di questi sono tra chi ha combattuto. Se nei loro confronti non c’è alcun provvedime­nto non è tanto per via dell’età — sono tutti minori — quanto perché i «pugili» non hanno voluto sporgere denuncia, né quelli che le hanno date né quelli che le hanno prese. Non si tratta di omertà del gruppo adolescenz­iale, almeno per ora. Secondo Ostuni il motivo del rifiuto sta nella «grave sottovalut­azione dell’accaduto da parte di questi ragazzi». Ecco perché il questore, oltre a rinforzare i controlli per strada, ha deciso di sensibiliz­zare le scuole di Piacenza — nei prossimi giorni sono previsti incontri tra insegnanti, studenti e forze dell’ordine — e parlare con le famiglie. «Vigilate sui vostri ragazzi», ripete Ostuni da giorni a genitori quasi sempre ignari di quello che i loro figli fanno al sabato. E cioè quei raduni per partecipar­e alle risse convocati tramite profili anonimi e numeri telefonici su cui sta indagando la polizia postale.

Ciò che succede nelle vie del centro è ben illustrato dai video messi ieri online da «La Libertà», il quotidiano di Piacenza. Le scene ricordano molto «Fight Club», il film cult sui combattime­nti clandestin­i. Qui però è tutto all’aperto, tra piazza Cavalli e via IV novembre, nei pressi del Duomo e palazzo Farnese. Si vedono un paio di «incontri», gli sfidanti si affrontano circondati da spettatori che gridano «dai», «picchia», «occhio». Poi ridacchian­o, avvicinand­osi e allontanan­dosi dai due in lotta. Che intanto si picchiano davanti a un terzo ragazzetto che sembra fare le veci dell’arbitro. Pugni in faccia, calci. A un tratto i due combattent­i carambolan­o sul selciato tirandosi per le magliette e i pantaloni da ginnastica.

In uno dei filmati gli sfidanti, che indossano camicie a quadri, paiono poco più che bambini. Uno sembra persino costretto a combattere dopo essere stato trascinato piuttosto casualment­e nell’improvvisa­to «ring» dall’altro che si è trovato di fronte.

Il primo di questi combattime­nti convocati online pare sia esploso tre settimane fa, forse dopo una lite. Ma poi le dimensioni del fenomeno, che per ora pare limitato a Piacenza, si sono ingrossate. Non è che dietro ci siano anche le scommesse? Il questore scuote la testa: «Un’ipotesi come altre su cui indaghiamo».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Il videoA sinistra, tre frame dei video, messi online dal quotidiano«La Libertà», che mostrano spettatori e «boxeur» nella sfide tra ragazzi che a Piacenza avvengono ogni sabato da tre settimane. I combattime­nti sono convocati in Rete
Il videoA sinistra, tre frame dei video, messi online dal quotidiano«La Libertà», che mostrano spettatori e «boxeur» nella sfide tra ragazzi che a Piacenza avvengono ogni sabato da tre settimane. I combattime­nti sono convocati in Rete

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy