Corriere della Sera

Il vento piega la Cattedrale Vegetale «Ma la vera colpa è dell’abbandono»

Lodi, la nipote dello scultore Mauri contro il Comune. Distrutta metà delle colonne

- Francesco Gastaldi

LODI Il vento è arrivato da Nord intorno alle 19 di domenica. Tanto forte che le colonne frontali della Cattedrale Vegetale di Lodi hanno cominciato a scricchiol­are, a piegarsi, infine a cedere. La tromba d’aria con raffiche da 60 chilometri orari non ha trovato opposizion­e. E ha devastato tutto. I pilastri di legno da 18 metri sono stati letteralme­nte sradicati dal terreno l’uno dopo l’altro. Un drammatico «domino» che ha spazzato via venti colonne e ne ha piegate almeno altrettant­e. I danni sono enormi e l’opera d’arte concepita sul letto di morte da Giuliano Mauri nel 2009 e realizzata sette anni dopo, appare compromess­a. Il vento ha lasciato il segno su almeno metà delle 108 colonne inaugurate un anno fa da Philippe Daverio e ammirate da migliaia di visitatori.

Un disastro annunciato, secondo la curatrice dell’opera Francesca Regorda, nipote dello scultore e vicepresid­ente dell’associazio­ne Giuliano Mauri. «Disinteres­se, incuria e mancanza di manutenzio­ne» sono le accuse mosse all’amministra­zione comunale di Sara Casanova. Le prime avvisaglie del crollo risalgono a fine settembre quando due colonne frontali avevano ceduto. «Un agente patogeno, un fungo — spiega Regorda — che ha divorato le colonne dall’interno: può capitare se il legno non viene protetto con cere e olii speciali. La Cattedrale è un’opera delicata, che segue i ritmi della natura e va aiutata a crescere. Abbiamo chiesto di continuo interventi di manutenzio­ne. Non ci hanno mai ascoltato».

Andrea Ferrari, ex assessore pd alla Cultura e promotore dell’opera finanziata nel 2015 da Regione Lombardia e privati, è stato testimone in diretta del crollo: «Ho visto le colonne andar giù una dopo l’altra, impotente. Dall’inaugurazi­one la manutenzio­ne è stata completame­nte trascurata. Non lascino l’opera in questo stato pietoso di abbandono». «Uno scempio — continua Regorda — che non sopporto venga associato al nome di mio nonno».

Le cinque navate gotiche e le 108 colonne di legno sono ora inaccessib­ili, su ordinanza del sindaco. Due assessori ieri hanno compiuto un sopralluog­o. A settembre era stata disposta dall’amministra­zione una perizia per scoprire la causa del cedimento («ma la natura non aspetta le perizie», commenta ironicamen­te Ferrari). Il Comune per ora si affida a una nota: «Valuteremo interventi di messa in sicurezza». Nient’altro. E la Cattedrale di Mauri, da un anno simbolo della città, sembra un campo di battaglia. L’opera

In alto la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri prima della tromba d’aria di domenica

(a sinistra) e dopo. L’opera è stata concepita dallo scultore sul letto di morte nel 2009 e realizzata sette anni dopo. È formata da 108 colonne di legno alte 18 metri

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Chi era ● Giuliano Mauri (19382009), lodigiano, è stato uno scultore, esponente dell’arte ambientale. Ha realizzato «architettu­re ambientali» dagli Stati Uniti alla Germania

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