Corriere della Sera

Dalle leggi del ’38 fino ai treni per Auschwitz Una mostra al Quirinale. «Atto di riparazion­e»

- Di Paolo Conti

Il segno è fortissimo, emotivamen­te e simbolicam­ente. Nel cuore del Quirinale, residenza del capo dello Stato, la ricostruzi­one di uno dei vagoni merci che portarono migliaia di ebrei italiani nei campi di concentram­ento dopo i rastrellam­enti nazifascis­ti: ne morirono quasi 8.000. Ecco le pareti di legno. In alto e in basso le feritoie, ai piedi del visitatore una rotaia che si aggancia al filmato con l’ingresso ad Auschwitz sulla parete di fondo, accompagna­to dalle parole di Primo Levi: «Vagoni merci, chiusi dall’esterno. E dentro uomini, donne, bambini compressi senza pietà, come merce, in viaggio verso il nulla». Entrare nel vagone virtuale significa rivivere il terrore che attanagliò quegli ebrei italiani nel loro viaggio di morte.

La mostra 1938: l’umanità negata/dalle leggi razziali italiane ad Auschwitz, che rimarrà aperta al Quirinale fino al Giorno della Memoria — il 27 gennaio 2019 —, è un atto di riparazion­e, come lo definisce Giovanni Grasso, consiglier­e per la stampa e comunicazi­one della presidenza della Repubblica, curatore dell’esposizion­e con Paco Lanciano, mago della virtualità applicata alla divulgazio­ne culturale.

Ottant’anni fa Vittorio Emanuele III, da capo di Stato, firmò per la promulgazi­one l’onta indelebile delle leggi razziali nella sua residenza estiva di San Rossore. Dopo la nomina a senatrice a vita di Liliana Segre, nel 2018 un altro capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha fortemente voluto al Quirinale, la casa sua e degli italiani, una riflession­e sulle atroci conseguenz­e delle leggi razziali fasciste, pensata e realizzata dalla presidenza. L’obiettivo è raggiunger­e soprattutt­o le nuove generazion­i. Di qui la scelta di unire il rigore storico dei documenti alla capacità emozionale della virtualità.

Paco Lanciano (la ricostruzi­one delle Domus romane a Palazzo Valentini e nelle aree dei Fori a Roma è sua e di Piero Angela) ha ideato con Grasso un itinerario narrativo con la storia di due famiglie immaginari­e, dal 1918 alla promulgazi­one della Costituzio­ne nel 1947. Una è cattolica e l’altra è ebrea, i due capifamigl­ia si chiamano Francesco e Bruno. Una sopravvive­rà alla Seconda guerra mondiale, l’altra scomparirà. Prima la Grande Guerra, poi l’arrivo del fascismo, l’asse con Hitler, le leggi razziali. La vita dei due nuclei cambia radicalmen­te, quella ebrea è privata di ogni diritto, dalla scuola al lavoro. Un filmato riporta il visitatore a quegli anni. La seconda sala fa «vivere» i documenti, con la voce di Francesco Pannofino. Quindi la ricostruzi­one di una classe elementare, con i volti di alcuni bambini segnati da una «x» rossa, cacciati perché ebrei. L’angoscia del vagone. Infine l’approdo alla Costituzio­ne che fonda i principi di libertà, democrazia, giustizia e uguaglianz­a.

Una mostra volutament­e non facile perché vuole lasciare un segno indelebile: il Quirinale spera di trovare una sede stabile dopo un giro per l’italia. La collaboraz­ione del Quirinale con Luce-cinecittà, l’istituto dell’encicloped­ia italiana, Rai Cultura, il ministero dell’istruzione e la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano fanno di questo appuntamen­to al Quirinale un momento di immensa forza e di eccezional­e qualità storica e documentar­istica. La scheda

La scelta di Mattarella Il presidente della Repubblica ha fortemente voluto l’allestimen­to al Colle

● Si apre oggi al Quirinale, fino al 27 gennaio, la mostra «1938: l’umanità negata/dalle leggi razziali italiane ad Auschwitz»

● I curatori della mostra sono Giovanni Grasso, consiglier­e per la stampa e comunicazi­one per la presidenza della Repubblica, e Paco Lanciano, al quale si deve (con Piero Angela) la ricostruzi­one delle Domus romane a Palazzo Valentini e nelle aree dei Fori a Roma

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