Corriere della Sera

I PRETI NON POTRANNO SPOSARSI MA GLI SPOSATI FARANNO I PRETI

- Gianfranco Cavi

Caro Aldo, papa Francesco è un rivoluzion­ario. Ma non ha fatto tre riforme sempre più necessarie: 1) il matrimonio dei preti (per combattere la pedofilia del clero), peraltro permesso nei primi 1.000 anni della storia della Chiesa; 2) il sacerdozio delle donne, per bilanciare la crisi delle vocazioni maschili; 3) l’uso degli anticoncez­ionali per evitare che un’africa sovrappopo­lata invada l’europa. Temo che le riforme non saranno realizzate in una Chiesa che diventerà sempre più irrilevant­e. O vedremo papa Francesco II fare ciò che non è consentito fare a Francesco I? Caro Gianfranco, on credo che papa Francesco sia un rivoluzion­ario. Di sicuro è un Papa «politico» e «sociale» più che dottrinari­o e teologico. Ha spostato l’asse del pontificat­o dalla morale all’economia, ha messo al centro del suo discorso i rapporti di forza che governano il mondo rispetto al relativism­o etico e ai «valori non negoziabil­i», espression­e che ha apertament­e disconosci­uto. Insomma, al di là della retorica sulla continuità, è andato molto oltre il mandato che il Conclave gli aveva implicitam­ente affidato, o meglio delle aspettativ­e coltivate da molti tra coloro che l’hanno eletto. Del resto lo stesso

NBergoglio ha molto rinnovato il collegio cardinaliz­io. Ma non credo che dopo di lui verrà un Francesco II. Il tempo delle riforme è questo. Se vuole la mia previsione, non credo che la Chiesa consentirà ai preti di sposarsi. Piuttosto consentirà agli sposati di farsi preti. Magari a cominciare dal Sinodo che sarà dedicato tra l’altro alla questione dell’amazzonia, un territorio immenso in cui i sacerdoti mancano, e potrebbero essere in parte sostituiti dai «viri probati», uomini di provata virtù cui saranno affidati compiti oggi riservati al clero. Un esperiment­o destinato forse a estendersi al mondo intero.

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