I PRETI NON POTRANNO SPOSARSI MA GLI SPOSATI FARANNO I PRETI
Caro Aldo, papa Francesco è un rivoluzionario. Ma non ha fatto tre riforme sempre più necessarie: 1) il matrimonio dei preti (per combattere la pedofilia del clero), peraltro permesso nei primi 1.000 anni della storia della Chiesa; 2) il sacerdozio delle donne, per bilanciare la crisi delle vocazioni maschili; 3) l’uso degli anticoncezionali per evitare che un’africa sovrappopolata invada l’europa. Temo che le riforme non saranno realizzate in una Chiesa che diventerà sempre più irrilevante. O vedremo papa Francesco II fare ciò che non è consentito fare a Francesco I? Caro Gianfranco, on credo che papa Francesco sia un rivoluzionario. Di sicuro è un Papa «politico» e «sociale» più che dottrinario e teologico. Ha spostato l’asse del pontificato dalla morale all’economia, ha messo al centro del suo discorso i rapporti di forza che governano il mondo rispetto al relativismo etico e ai «valori non negoziabili», espressione che ha apertamente disconosciuto. Insomma, al di là della retorica sulla continuità, è andato molto oltre il mandato che il Conclave gli aveva implicitamente affidato, o meglio delle aspettative coltivate da molti tra coloro che l’hanno eletto. Del resto lo stesso
NBergoglio ha molto rinnovato il collegio cardinalizio. Ma non credo che dopo di lui verrà un Francesco II. Il tempo delle riforme è questo. Se vuole la mia previsione, non credo che la Chiesa consentirà ai preti di sposarsi. Piuttosto consentirà agli sposati di farsi preti. Magari a cominciare dal Sinodo che sarà dedicato tra l’altro alla questione dell’amazzonia, un territorio immenso in cui i sacerdoti mancano, e potrebbero essere in parte sostituiti dai «viri probati», uomini di provata virtù cui saranno affidati compiti oggi riservati al clero. Un esperimento destinato forse a estendersi al mondo intero.