Fca e la vendita di Magneti Marelli Così l’accordo con Calsonic Kansei
Nasce un gruppo da 15,2 miliardi. Salvini: nessun problema se non si perdono posti
La vendita di Magneti Marelli è stata ufficializzata da Fiat Chrysler. È l’epilogo di un’operazione decisa nella scorsa primavera, quando era stata comunicata la decisione di separarsi dal settore della componentistica, contemplando anche la possibilità di creare un’entità indipendente, quotata alla Borsa di Milano. La nuova società si chiamerà Magneti Marelli CK Holdings, conserverà la sua sede in Italia, a Corbetta, nei dintorni di Milano, assicurando di preservare sia la presenza industriale sia occupazionale nel nostro Paese. L’operazione (Fca è stata assistita da Jp Morgan), dell’ammontare di 6,2 miliardi di euro, verrà conclusa nel primo trimestre 2019, dopo l’approvazione delle varie autorità, come l’antitrust. Le tre società coinvolte — Magneti Marelli, il gruppo giapponese Calsonic Kansei (CK), proprietà del fondo di investimento americano Kkr — hanno precisato che «questo accordo rappresenta un’occasione unica per unire due aziende di successo, insieme registrano un fatturato annuo di 15,2 miliardi di euro, creano il 7° fornitore indipendente di componenti di auto nel mondo».
Magneti Marelli è stata fondata nel 1919, con capitale sociale diviso in parti uguali tra Fiat e Ercole Marelli: costituisce un pezzo di storia italiana, è passata dal settore delle telecomunicazioni ai sensori per la guida autonoma. Conta 43 mila dipendenti nel mondo, di cui 10 mila in Italia, è presente in 21 nazioni con 86 fabbriche e 14 centri di ricerca, nel 2017 ha fatturato 8,7 miliardi di euro. Si occupa anche di sistemi di illuminazione, di telematica, di sospensioni, di parti per i motori, per i freni, di tubi di scarico e altro ancora.
Mike Manley, il ceo di Fca, ha ricordato che «erano state
Calenda Pessima notizia Il governo usi la nuova Golden Power sulla tecnologia
esaminate attentamente una serie di opzioni per consentire a Magneti Marelli di esprimere tutto il suo potenziale, le attività così combinate continueranno a essere uno dei partner commerciali più importanti di Fca. È un altro passo nella nostra continua creazione di valore». Ieri le azioni Fca hanno chiuso in Borsa con un rialzo del 2,98%. Sul fronte Calsonic Kansei ha espresso la sua soddisfazione il ceo, Beda Bolzenius: «È entusiasmante realizzare una solida piattaforma per lavorare insieme e diventare un fornitore automobilistico competitivo».
Varie sigle sindacali, tra cui Fim, Uilm e Ugl Metalmeccanici, si sono schierate a favore della fusione, pur in attesa dei dettagli che verranno resi noti il 30 ottobre. Susanna Camusso, segretaria Cgil, ha invece definito la cessione «vendita dei gioielli di famiglia: è una situazione che dimostra come il capitalismo italiano non sviluppa se stesso. Cambia la natura e l’organizzazione del settore e di Fca». Anche la Fiom Torino ha manifestato dispiacere perché «un altro pezzo importante dell’industria italiana è stato ceduto». Carmelo Barbagallo della Uil ha così commentato: «Bisognerà esaminare il piano industriale, le multinazionali quando vogliono se ne vanno, lasciandoci con il cerino in mano». La politica, attraverso le parole del ministro dell’interno e vicepremier, Matteo Salvini, ha affermato che «se non c’è un saldo negativo per i posti di lavoro, per noi non esiste problema». Molto duro il giudizio di Carlo Calenda che ha definito «una pessima notizia la vendita di Magneti Marelli a stranieri. I rischi di delocalizzazione dei brevetti e delle competenze sono reali. Il governo ha a disposizione la nuova Golden Power su tecnologia. La usi per mettere paletti forti. Subito. Io provai a organizzare una fusione con Brembo». E il presidente di Brembo, Alberto Bombassei, si è espresso positivamente sull’operazione: «Garantisce prospettive di sviluppo a un grande marchio della componentistica italiana».
Bombassei Garantisce prospettive di sviluppo a un grande marchio della componentistica italiana