Corriere della Sera

Vessicchio, attore in frac per i bambini

Il maestro di Sanremo: star in una serie comica, il mio sogno è fare divulgazio­ne musicale

- Chiara Maffiolett­i

S i muove tra teschi e ragnatele indossando il suo frac. Bacchetta in mano, Beppe Vessicchio parla con musicisti che incontra per caso. Solo che non lo fa in uno studio di registrazi­one e tantomeno sul palco dell’ariston, ma in un negozio che vende... mostri. Monstersho­p è una sketch comedy che andrà in onda su Deakids (Sky, 601) a Natale, sull’onda de L’officina dei mostri (che riparte il 31 ottobre, stesso canale). Di questa nuova serie, Vessicchio è la guest star, oltre che l’autore della sigla. Un debutto come attore per il maestro più famoso della tv, che lo fa sorridere sotto il celebre pizzetto: «Doveva essere una collaboraz­ione musicale, poi mi hanno chiesto di partecipar­e in video. L’idea di giocare con l’infanzia mi ha convinto», spiega. A 62 anni, non è mai stato così vicino ai bambini. Da un Il profilo

● Musicista, compositor­e e direttore d’orchestra, Beppe Vessicchio è nato, a Napoli, il 17 marzo 1956. È noto al grande pubblico soprattutt­o come direttore d’orchestra al Festival di Sanremo e insegnante di musica ad «Amici» di Maria De Filippi anno è Direttore musicale delle iniziative dell’antoniano. Ora questo nuovo impegno: «Ho recitato il ruolo di me stesso, creerò scompiglio (proporrà, tra le altre cose, di formare una boy band, ndr.). Avere a che fare con i bambini è qualcosa che sto scoprendo solo ora: il lavoro mi ha portato a non vivere fino in fondo il rapporto con figli e nipoti».

Sul perché sia tanto popolare anche tra i giovanissi­mi, si è fatto un’idea: «Molto è dovuto alla reiterata esposizion­e che ti offre un festival come Sanremo. Ci sono stato sempre, per 25 anni». L’anno scorso come ha vissuto il passaggio mancato? Una specie di anno bisestile? «Mi era successo anche nel Duemila e qualcosa in effetti... — ride —. In generale per me e la mia famiglia è una festa comandata: ci sono Natale, l’epifania, Sanremo e Pasqua». E poi c’è stato Amici... «I giovani che mi seguono arrivano da lì... che sono diventati i papà di oggi, mentre qli adulti ora sono nonni. Per questo il legame con l’antoniano mi ha aperto un mondo». Dei bambini ama l’istinto e crede che da loro bisognereb­be ripartire: «L’italia era meta per musicisti e letterati, ma chi ci governa sembra avere altre preoccupaz­ioni piuttosto che investire sulla cultura».

Lui alla musica è arrivato grazie al fratello: «Ha dieci anni più di me e suonava la chitarra. Mi aveva conquistat­o la catalisi che si creava tra amici e parenti quando lui si esibiva. Lui ha dovuto andare a lavorare ma io gli riconosco un ruolo determinan­te». E a proposito di ruoli, Vessicchio torna con la mente al suo in un film «di Alvaro Vitali. Mi Monstersho­p Beppe Vessicchio in un momento di «Monstersho­p», la sketch comedy che andrà in onda su Deakids (Sky, 601) avevano chiamato per ottimizzar­e i costi, guidavo un carro funebre. Un B movie che non rinnego: all’epoca suonavo in compagnie di spettacolo e cabaret, da lì era arrivata la richiesta». Invece perché tutti la vogliono a Sanremo? «Penso di essere un elemento di continuità». I colleghi di conservato­rio le rimprovera­no il suo lato pop? «Ci sarà chi lo fa, sicuro. Io però amo tutta la musica, classica, lirica ma anche le canzoni: saranno anche espression­i più maccheroni­che ma scandiscon­o la vita di tutti noi».

Le piacerebbe un programma suo? «Mi rendo conto che manca qualcosa, ma sembra che per i media certi argomenti non abbiano appeal. Poi si scopre che una trasmissio­ne di archeologi­a fa il pieno di ascolti... Mi piacerebbe fare divulgazio­ne musicale. Spiegare cose complesse in modo popolare. I giovani hanno un potenziale enorme, ma perché si affaccino su certi mondi dobbiamo prima aprire le finestre».

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