Corriere della Sera

La Juve sfida lo United. Allegri: «Voglio una squadra con testa, le partite non finiscono mai» Niente bufere, c’è CR7

Ronaldo ritorna nella «sua» Manchester e dribbla accuse e sospetti sul caso Mayorga «Sono un uomo felice, la verità verrà fuori»

- DAL NOSTRO INVIATO Manchester, ore 21 Paolo Tomaselli

MANCHESTER Niente bufere, please. C’è anche un sole convinto ad accogliere Cristiano Ronaldo nel suo ritorno a Manchester, nella casa dove è nato e cresciuto il suo mito, che però soffre l’usura del tempo. Il portoghese si ripresenta a Old Trafford apposta per dargli una bella lucidata: sul campo, visto che rientra dopo la squalifica di un turno per aver spettinato ingenuamen­te Murillo a Valencia ed è ancora a caccia del primo gol in Champions con la maglia della Juventus. E anche fuori, perché i premi che non gli assegnato Uefa e Fifa, e passi, ma soprattutt­o il caso Mayorga e le sue ombre hanno scheggiato l’icona del campione perfetto.

Così Cristiano, in vista della sfida allo United dell’ex amico Mourinho si presenta per la prima volta ai microfoni dallo sbarco torinese del 16 luglio. Brillante, come il riflesso dei diamanti alle orecchie. E con un sorriso degno della pubblicità di un dentifrici­o: «So al 100 per cento di essere un esempio per tante persone — dice in inglese —. Sono un uomo felice, benedetto dalla vita, con una grande famiglia e quattro bambini. Tutto il resto non interferis­ce con me. Il caso Mayorga? Quel che dovevo dire l’ho già detto. Io mi diverto con il calcio, mentre al resto ci pensano i miei avvocati. E la verità verrà fuori. Un complotto contro di me anche per i trofei che non mi hanno assegnato? No, assolutame­nte. Ne ho vinti tanti e non sono ossessiona­to da questo. Non è il momento di pensare ai riconoscim­enti individual­i, ma alla squadra fantastica in cui gioco. Anche perché ci aspetta una partita difficile, contro una grande squadra. Ma noi siamo la Juve e se giochiamo come vuole l’allenatore abbiamo possibilit­à di vincere e di essere in ottima posizione per il passaggio del turno».

Per il primo ritorno di Ronaldo a Old Trafford, 5 marzo 2013 ottavi di Champions, il clima era molto diverso e l’accoglienz­a dei tifosi dello United fu spettacola­re. Cristiano segnò il gol decisivo per la qualificaz­ione del Real Madrid (con Mou in panchina) ma non esultò: «E stavolta igual» dice lui mischiando le lingue, ma sempre con quel sorriso furbo: «Per me tornare qui è un’emozione grande. Perché ho vinto tutto. Per il tifo, che è incredibil­e, e per una persona che mi ha aiutato tantissimo, come Sir Alex Ferguson». L’unica concession­e a Mourinho («è molto esperto») stride in confronto all’affetto mostrato verso l’allenatore che ha plasmato un diamante grezzo facendolo diventare uno dei simboli del calcio moderno con la maglia numero 7 sulle spalle.

Massimilia­no Allegri invece si gode la performanc­e mediatica di Ronaldo: un ulteriore riprova della forza mentale d’acciaio del campione arrivato a Torino per vincere la Champions. La strada è ancora lunga e Max non si fida dello United e di Mou, che è già due punti indietro in classifica. Anche perché la Juve ha lasciato a Torino chili e centimetri in abbondanza (oltre a Khedira e Can anche Mandzukic dà forfait per una distorsion­e alla caviglia): «Vincere ci consentire­bbe di ipotecare il passaggio del turno e sarebbe importante. Ma se la mettiamo sulla fisicità possiamo avere grosse difficoltà — dice Allegri —, dobbiamo fare una gara giusta dal punto di vista tecnico e anche mentale, a differenza di sabato. Perché qui le partite non finiscono mai». Chissà se vale lo stesso anche per i miti.

 ?? (Ap) ?? Sopralluog­o Federico Bernardesc­hi, Joao Cancelo e Cristiano Ronaldo sul prato di Old Trafford, il Teatro dei Sogni del Manchester United. L’attaccante portoghese lo conosce molto bene
(Ap) Sopralluog­o Federico Bernardesc­hi, Joao Cancelo e Cristiano Ronaldo sul prato di Old Trafford, il Teatro dei Sogni del Manchester United. L’attaccante portoghese lo conosce molto bene

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