Mattarella avverte i partiti: nessuno può sottrarsi all’equilibrio di bilancio
«La collaborazione tra istituzioni non è solo galateo formale»
«La logica dell’equilibrio di bilancio non è quella di un astratto rigore», ma risponde a ben altri criteri, molto concreti, e serve a dare sicurezza alle persone. Su quel terreno, inoltre, va sempre tenuto presente il rischio che «il disordine dei conti produca contraccolpi pesanti per le fasce più deboli».
È Sergio Mattarella a ricordare questi precetti base per chiunque amministri la cosa pubblica, a ogni livello. Lo fa prendendo a pretesto l’assemblea dell’anci, a Rimini. Molti Comuni, si sa, hanno la contabilità in stato di pre-dissesto o dissesto conclamato e i sindaci sarebbero dunque i naturali destinatari del suo messaggio. È però ovvio che, nelle ore in cui l’ue boccia la manovra del governo italiano, il presidente si riferisca ad altri. Cioè a coloro ai quali la maggioranza gialloverde affiderà il compito di negoziare con la Commissione europea (che ha il ruolo di «guardiano dei Trattati») un’eventuale riscrittura dei nostri parametri economici. La riflessione è pensata per loro e per i cittadini che vogliono andare oltre le teorie del complotto e le fumisterie dei comizi in rete, e capire. Infatti, dice il capo dello Stato, nello stendere un bilancio in ordine «ci deve sempre guidare uno sguardo più lungo sullo sviluppo, la sua equità e la sua sostenibilità».
Per Mattarella, insomma, «occorre procedere garantendo sicurezza alla comunità, scongiurando che il disordine degli enti pubblici, e della pubblica finanza, produca contraccolpi pesanti anzitutto per le fasce più deboli, per le famiglie che risparmiano pensando ai loro figli, per le imprese che creano lavoro». È «una responsabilità che accomuna chiunque svolga attività rappresentative — qualunque sia la sua militanza politica — perché si tratta di un bene comune, di un patrimonio indivisibile». Ecco la grande prova con cui misurarsi. Infatti, insiste nel suo intervento a doppio livello di lettura, «i bilanci in equilibrio, l’efficienza dei servizi, i diritti garantiti ai cittadini, la sinergia tra pubblico e privato, in modo che crescano le opportunità per tutti, sono sfide alle quali nessuna amministrazione può sottrarsi: il Comune e la Provincia come la Regione e lo Stato».
Un messaggio in bottiglia, quello del presidente, che nasce da una sua doppia preoccupazione: 1) non aprire polemiche con l’esecutivo in questa fase ad alta tensione, né fare mosse che possano esser percepite come un tentativo di forzare la mano a Palazzo Chigi; 2) lavorare intanto per ridurre le distanze tra Roma e Bruxelles e individuare i residui spazi di mediazione, posto che ancora ce ne siano.
Infine, esorta sindaci e governo a confrontarsi positivamente sulla manovra nel corso della sessione parlamentare di bilancio e, più in là, nella fase di attuazione dei diversi provvedimenti. Allarga le braccia e puntualizza che non è suo compito «entrare nel merito». Tuttavia — e anche questo suo cenno va inteso in senso allargato — ritiene sia «giusto sottolineare che la leale collaborazione tra le istituzioni non appartiene soltanto a un galateo formale, ma costituisce sostanza nella vita della Repubblica… Sostanza in quanto consente di svolgere meglio il servizio alla cittadinanza e, al tempo stesso, di far funzionare quel pluralismo di istituzioni fondamentale per gli equilibri della democrazia».
La responsabilità
«È una responsabilità che riguarda chiunque svolga attività rappresentative»
d
La logica dell’equilibrio di bilancio non è quella di un astratto rigore Bisogna scongiurare che il disordine della pubblica finanza produca contraccolpi anzitutto per le fasce più deboli