L’odio che arriva in un pacco bomba
Sei ordigni inviati a leader democratici. Trump: restiamo uniti. Ma c’è chi accusa il presidente
Una lunga giornata di paura in America. I servizi segreti hanno intercettato una serie di pacchi esplosivi diretti a Barack Obama, Hillary Clinton e ad altri politici spesso obiettivo della propaganda di estrema destra. Evacuata la Cnn. Trump: «Attacco alla democrazia».
L’attacco simultaneo, WASHINGTON sei bombe rudimentali recapitate, tra gli altri, a Barack Obama e Hillary Clinton, spaventa l’america.
Donald Trump parla al Paese alle 14, diverse ore dopo la diffusione delle prime notizie. È una breve introduzione a un discorso sulle dipendenze da droghe già programmato: «Voglio soltanto dirvi che in questo momento dobbiamo essere uniti. Dobbiamo ritrovarci insieme e mandare un messaggio molto chiaro, inequivocabile: nessun atto o minaccia di violenza politica di ogni tipo può avere spazio negli Stati Uniti d’america. L’fbi è già al lavoro con una massiccia inchiesta. Prenderemo i responsabili di questi atti spregevoli. Siamo arrabbiati, per niente contenti».
Gli investigatori stanno esaminando le buste gialle, gli ordigni assemblati con tubi, esplosivo e nastro isolante. Sono stati spediti con un corriere postale all’indirizzo di Barack e Michelle Obama, a Washington, dei Clinton a Chappaqua, nello Stato di New York; di John Brennan, l’ex capo della Cia, negli studi della Cnn a New York; di Eric Holder, ex ministro della Giustizia, indicando come mittente l’ufficio della deputata democratica Wasserman Schultz, a Sunrise in Florida (al quale è stato rispedito indietro); della parlamentare Maxine Waters, a Capitol Heights, nel Maryland.
Nessuno dei pacchi è esploso. L’altro ieri ne aveva ricevuto uno simile il finanziere George Soros, a Katonah, nello Stato di New York. Anche lo staff del governatore Andrew Cuomo ha trovato un aggeggio sospetto nella corrispondenza di giornata: ma pare non sia collegabile agli altri.
New York e Washington hanno vissuto una mattinata di allarme, fino a quando l’fbi ha fatto sapere che non c’erano state altre denunce. Hillary Clinton ha reagito con moderazione: «È un’epoca problematica e di profonde divisioni. Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per tenere insieme la nazione». Il senatore repubblicano Jeff Flake, intervistato dalla Cnn che ha proseguito in strada le trasmissioni da New York, è andato al centro della questione, lo scontro politico è ormai lacerante: «Tocca al presidente Trump dare l’esempio, abbassando i toni».
Tutti i bersagli dell’offensiva terroristica di ieri sono stati protagonisti di aspre polemiche con il presidente. «The Donald» e Hillary si sono scambiati colpi bassi in campagna elettorale. Ma una volta alla Casa Bianca, Trump ha continuato ad attaccare gli avversari sul piano personale. Un esempio: Maxine Waters, deputata afroamericana della California, a giugno invitò i militanti ad «assediare» i consiglieri della Casa Bianca per indurli a sospendere la linea dura sull’immigrazione: bambini separati dai genitori. Trump twittò: «La deputata Maxine Waters, una persona con un quoziente di intelligenza estremamente basso, è diventata, insieme con Nancy Pelosi, la faccia del partito democratico».