Il progetto di loft mai partito, le occupazioni e i 7 sgomberi
Da condominio esclusivo con loft futuristici ad antro dell’inferno. La parabola del palazzo in via dei Lucani 22 è la stessa del rione San Lorenzo. L’edificio dove è morta Desirée Mariottini ha una storia travagliata. L’unica costruzione in muratura in uno slum di baracche in lamiera, ex officine e depositi anche delle Ferrovie in un’area di proprietà della famiglia D’antoni. Nel 2004 la Tunda Orange Immobiliare di cui è amministratore unico Valerio Veltroni, fratello maggiore di Walter, ex sindaco di Roma, ha acquisito il palazzo. I lavori di riconversione da opificio in loft, grazie al Piano Casa, sarebbero dovuti finire nel 2015 su progetto dello studio di architetti Ottaviani, ma non sono mai cominciati. Quell’area è rimasta un cantiere, peraltro inaccessibile perché affidato a un custode giudiziario. Il fallimento di una delle ditte edili ha dato il via a una querelle con la proprietà finita in tribunale e intanto il titolo abitativo del 2011 è scaduto. Dalla società sottolineano di non avere «la disponibilità né l’accesso all’immobile. Dal 17 settembre 2016 al settembre 2018 le forze dell’ordine hanno effettuato 7 sgomberi con arresto di persone che compivano reati. E a maggio abbiamo chiesto al custode di accedere per poter effettuare la messa in sicurezza degli spazi». Altra azione di recupero dei luoghi tre mesi e mezzo fa. «Anche questa però effimera», dicono dalla Tunda Orange.