Corriere della Sera

Un’adolescent­e timida che si sognava artista L’amica: potevo salvarla

La madre: non è vero che quel giorno avevamo litigato

- di Fabrizio Caccia e Fulvio Fiano

Il legame più forte

Il suo amore più grande era stato quello provato per la sorellina di quattro anni

CISTERNA DI LATINA Desirée che vive quasi senza genitori ed esplora, arrangiand­osi come può, la sua età delicata. Desirée che è affidata alla nonna, alla quale però mente nella sua ultima notte. Desirée che amava l’arte e i quadri e oggi è un rimpianto per chi si chiede se quello poteva salvarla.

A Cisterna c’è un’altra ragazza di 16 anni che sta molto male e si imbottisce di pillole per dormire, si chiama Chiara ed era la sua amica del cuore. Da qualche giorno discute con la madre Liliana, che insiste per evitarle altra sofferenza, perché lei invece vorrebbe assolutame­nte parlare con gli inquirenti: «Capisci, mamma, io li ho visti in faccia!». La ragazzina racconta di aver accompagna­to Desirée un paio di volte a Roma negli ultimi tempi e sempre per lo stesso motivo: «Sua madre voleva a tutti i costi che recuperass­e il telefonino che lei aveva ceduto a quei ragazzi di San Lorenzo — dice Chiara — ma quelli non ne volevano sapere». Sono i presunti carnefici, i pusher che avrebbero accettato lo smartphone in cambio di droga. «Io li ho visti in faccia — ne è certa la ragazza — e ho sempre impedito a Desirée di entrare in quel posto. Perciò adesso vivo con un senso di colpa tremendo, perché anche quella notte lei mi telefonò ma io non le risposi. Magari l’avrei salvata». La mamma di Chiara, però, pensa che se sua figlia fosse entrata pure lei nel rudere di San Lorenzo, a quest’ora forse sarebbe qui a piangerla.

Barbara, la madre di Desirée, dipendente della Regione Lazio, è invece da giorni al centro di molte voci su una situazione famigliare difficile. «Sono state dette tante cose ingiuste su di noi — ribatte la donna — . Eravamo molto unite e lei circondata da affetto». Martedì Barbara ha raccontato sua figlia ai magistrati e ora chiede il silenzio come tutti i famigliari. «Desirée era una ragazza solare, un’artista, un animo sensibile» ripete a chi le è vicino. Ha 35 anni, la signora, e quella sera discusse con la figlia. «Dicono che abbiamo litigato, ma non è una lite se una mamma chiede: “dove vai, a che ora torni, avverti nonna?”».

La nonna è Patrizia, 64 anni, dirigente amministra­tiva del tribunale di Latina, che col marito Ottavio aveva in affidament­o Desirée dopo la separazion­e dei suoi genitori. È l’ultima ad averla sentita. Una telefonata da un numero privato che la mette subito in allerta. «Desirée mi ha detto che andava da un’amica, mi sono un po’ arrabbiata perché lo scoprivo solo in quel momento.

La coetanea

«Aveva venduto il suo telefonino a quei ragazzi e cercava di riaverlo indietro»

E mi sono inquietata perché non usava il suo cellulare». La signora Patrizia riaggancia e prova a rintraccia­re lo smartphone dal tablet. Nessun segnale e parte la ricerca nelle vie di Cisterna e poi di Latina, perché Roma non è un’ipotesi. «Non potevo immaginare che sarebbe successa questa tragedia», dice ora in lacrime.

Da agosto Desirée era in cura al Sert. Ai primi di ottobre, quando due ragazze della cittadina pontina vengono fermate con alcune pasticche di Rivotril, indicano lei come la persona che gliele ha cedute. La 16enne viene perquisita e ne esce pulita. Parte però la segnalazio­ne ai servizi sociali anche per la difficile situazione famigliare. «Una spacciatri­ce? Falso. Così come è falso che prendesse psicofarma­ci», assicura Valerio Masci, avvocato della madre.

In via Procida, quartiere popolare di San Valentino, intorno alla casa dei nonni materni tutti hanno un ricordo delicatiss­imo di questa ragazza che il papà, Gianluca Zuncheddu, cercava disperatam­ente di salvare da quando, un anno fa, l’aveva vista frequentar­e cattive compagnie tra la stazione ferroviari­a di Cisterna e quella dei pullman a Latina. «Ragazzi di colore avevano cominciato a farle provare qualche cannetta», racconta Jennifer, una ragazza del vicinato. Anche per questo peggiorano i rapporti tra madre e padre. E l’uomo (che ha una nuova compagna), viene denunciato per stalking con l’imposizion­e di non avvicinars­i. Poi finisce ai domiciliar­i. Desirée ne soffre in silenzio, come pure si tiene dentro il disagio per la lieve malformazi­one a una gamba che la fa sentire «diversa» dalle amiche. Frequentav­a l’istituto agrario ma pensava d’iscriversi all’artistico. «Era chiusa, timidissim­a — conclude Jennifer — e il suo amore più grande è stato sicurament­e quello per la sorellina, Dalila, che ha solo 4 anni e non credo sappia che ora Desirée non c’è più».

 ?? (foto Proto) ?? I fioriA sinistra, gli occhi di Desirée. La 16enne viveva a Cisterna Latina con la nonna, alla quale era stata affidata dopo la separazion­e dei genitori. È stata proprio la nonna l’ultima a sentirla lo scorso mercoledì: la ragazzina le ha detto che sarebbe rimasta a Roma da un’amica
(foto Proto) I fioriA sinistra, gli occhi di Desirée. La 16enne viveva a Cisterna Latina con la nonna, alla quale era stata affidata dopo la separazion­e dei genitori. È stata proprio la nonna l’ultima a sentirla lo scorso mercoledì: la ragazzina le ha detto che sarebbe rimasta a Roma da un’amica

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