Corriere della Sera

Il blitz di Salvini scatena la bagarre E parte il duello su Roma con il M5S

Il ministro a San Lorenzo tra sostenitor­i e proteste. Raggi: non conosce la città

- di Fiorenza Sarzanini

ROMA Ai «ragazzotti dei centri sociali che preferisco­no gli spacciator­i alla polizia» perché lo contestano e gli urlano «sciacallo», dice che «avranno la nostra attenzione». Agli abitanti del quartiere che invocano il suo aiuto promette invece di «tornare con le ruspe». La giornata più lunga di Matteo Salvini da quando è ministro dell’interno si consuma nel quartiere San Lorenzo di Roma davanti a quel palazzo occupato abusivamen­te dov’è stata stuprata e uccisa Desirée Mariottini. Perché l’omicidio della sedicenne riapre in maniera drammatica il dibattito sulla sicurezza nella Capitale. E mentre duella a distanza con la sindaca Virginia Raggi e poi con l’alleato di governo Luigi Di Maio, il titolare del Viminale fa i conti con una realtà tanto ostica da costringer­lo a non entrare nello stabile e tornare quasi alla chetichell­a qualche ora dopo «perché volevo portare una rosa».

La scelta di intervenir­e direttamen­te viene presa in mattinata, quando Salvini va in prefettura per partecipar­e alla riunione del comitato allargata al procurator­e Giuseppe Pignatone e usando i soliti toni da campagna elettorale dichiara: «Si sta lavorando per mettere in galera questi vermi, queste bestie. La procura e la questura hanno già le idee chiare, stanno facendo i riscontri del caso, temo che anche questa volta siano tutti cittadini stranieri e farò tutto il possibile perché vengano rispediti immediatam­ente a casa loro». Si impegna anche «per un piano straordina­rio di sgomberi». Ma quando poi arriva in via dei Lucani e viene accolto da chi grida «questo non è il momento delle passerelle» e «Salvini fuori dai quartieri», il ministro comprende che non basteranno le frasi a effetto per risolvere la situazione. C’è anche chi lo incita «perché qui ci vuole zio Benito» e «solo tu ci puoi salvare».

Basta questa contrappos­izione fra cittadini dello stesso rione — che si trova a poca distanza dal centro di Roma — per comprender­e quanto complessi siano i problemi da affrontare, quanto grave il livello di degrado su cui intervenir­e. Salvini punta su Roma, se il 10 novembre prossimo la sindaca Virginia Raggi fosse condannata e dunque costretta a dimettersi, potrebbe candidare un leghista alla succession­e. E forse proprio per questo mentre lui promette «agli spacciator­i faremo del male. Faremo rispettare le regole» e annuncia «un cronoprogr­amma per gli sgomberi con un milione di euro per l’assistenza messo a disposizio­ne dalla Regione» guidata da Nicola Zingaretti, Raggi interviene e fa l’elenco delle «voci» che mancano.

«La Lega forse non conosce Roma. Non c’è solo San Lorenzo come quartiere difficile. Abbiamo zone più periferich­e come San Basilio, Tor Bella Monaca, Corviale, Centocelle in cui è necessario che l’azione dello Stato sia più incisiva. Servono più forze dell’ordine, accompagne­rò il ministro Salvini a conoscere Roma in modo che si possa passare finalmente dalle parole ai fatti», si infervora la sindaca. Qualche ora dopo — forse proprio per marcare il territorio — annuncia l’ordinanza che «vieta l’alcol a San Lorenzo dopo le 21». Il tempo di diramare il comunicato e già Di Maio sollecita «un decreto per ampliare i poteri del sindaco di Roma e dotarlo degli strumenti adatti per affrontare la capitale e i suoi problemi». Parla di «bomba sociale ormai esplosa e di cui Desirée è un’altra vittima innocente».

E così si comprende che le due forze di governo hanno aperto il «caso» Roma.

Le ruspe

Il ministro agli abitanti: tornerò con le ruspe E Di Maio chiede poteri più ampi per la sindaca

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A Roma Matteo Salvini, 45 anni, ieri all’arrivo nel quartiere San Lorenzo, dove è stata trovata morta Desirée Mariottini, 16 anni

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