Corriere della Sera

L’anticipo ora sale all’85% Banche, meno deduzioni

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Apagare il conto più salato della manovra sul fronte fiscale saranno le banche e le compagnie di assicurazi­one, chiamate a versare un «obolo» di circa 4 miliardi di euro già nel 2019 per finanziare la manovra.

Le più colpite saranno le banche, con una misura che riduce notevolmen­te i benefici fiscali di cui godono oggi. In particolar­e la deduzione dall’imponibile di una parte degli oneri delle cosiddette «deferred tax asset» (cioè delle imposte anticipate) viene spostata in avanti di otto anni, al 2026, mentre vengono diluiti in dieci anni gli oneri di svalutazio­ne legati ai nuovi principi contabili IFRS9.

Quanto alle compagnie assicurati­ve si agirà sugli acconti delle imposte. Per il 2019 saranno tenute ad anticipare l’85% delle tasse versate nel 2018, l’anno successivo il 90% e nel 2021 dovranno versare come acconto il 100% delle imposte versate l’anno prima.

Un intervento particolar­mente pesante, al punto che nella stessa Lega si sono diffusi un po’ di malumori sulla manovra a carico degli istituti di credito, che rischiano di trovarsi in difficoltà, con i margini di guadagno già ridotti dalla crescita dello spread e dei tassi di interesse, e che potrebbero trovarsi nella necessità di rafforzare il capitale. Lo stesso ministro dell’economia, Giovanni Tria, non nasconde qualche perplessit­à sulla misura voluta dal M5S.

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