Via l’ace, arriva lo sconto Ires per chi investe gli utili
La manovra di bilancio prevede la cancellazione dell’ace, l’aiuto economico alla crescita delle imprese, introdotto nel 2011, e l’introduzione di uno sgravio di 9 punti dell’ires sugli utili che le imprese reinvestono nel capitale, in beni strumentali o in assunzioni stabili. L’ace, che offre un beneficio fiscale sulla capitalizzazione delle imprese, vale circa 3 miliardi di euro, più o meno come lo sgravio Ires a regime, anche se all’inizio il beneficio fiscale sarà senz’altro inferiore, traducendosi in un aggravio delle imposte almeno per il 2018.
Le deduzioni fiscali garantite in futuro dall’ace, quelle che non sono state scontate negli anni in cui sono maturate, che erano arrivate ad un importo di 18,9 miliardi di euro nel 2016, saranno comunque mantenute in vita.
Con la sostituzione dell’ace con gli sgravi Ires, ridotta dal 24 al 15%, viene modificata anche la platea dei beneficiari delle agevolazioni fiscali. Le imprese che hanno fatto il maggior ricorso al vecchio meccanismo, storicamente, sono quelle grandi e medio grandi, concentrate nel Nord Italia (circa un quarto di queste è in Lombardia) e operanti soprattutto nel settore bancario, assicurativo e finanziario. Gli sgravi Ires, che non si limitano ai soli dividendi lasciati in azienda, riguardano potenzialmente tutte le imprese.