Corriere della Sera

Legittima difesa, c’è il primo sì FI e Meloni con la maggioranz­a

In Senato il Pd vota l’articolo sul «grave turbamento»: l’ironia di Leu

- di Fabrizio Roncone Dino Martirano

Sulla «difesa sempre legittima», ROMA il dissenso interno al M5S si è dissolto come neve al sole e la coalizione giallo verde ha raccolto pure i voti di Forza Italia e di Fratelli d’italia. Al Senato — dove è stato approvato in prima lettura (195 sì, 52 no, 1 astenuto) il disegno di legge fortemente voluto da Matteo Salvini — Lega e M5S hanno allargato l’intesa a una «maggioranz­a securitari­a»: tutto il centrodest­ra e il movimento di Grillo stavolta uniti per introdurre paletti più robusti a tutela di chi, in casa propria e con un arma legittimam­ente detenuta, reagisce a una rapina. «Sono felicissim­o, un’altra promessa mantenuta con gli italiani», ha commentato Salvini.

All’articolo 2 è passato il ROMA Il suo mantra: onore, Costituzio­ne, lealtà al Capo dello Stato.

Il senatore Gregorio De Falco arriva dal corridoio dei busti di Palazzo Madama, entra in transatlan­tico: il parquet scricchiol­a più del solito, ha un passo marziale con le gambe leggerment­e rigide, da militare. Anche i pantaloni: con la riga impeccabil­e. E il nodo della cravatta: stretto come solo all’accademia navale ti insegnano a fare.

È rimasto un ufficiale. Un grillino capitano di fregata.

E questo, per il Movimento 5 Stelle, è un guaio. Un grosso guaio.

Per capirci: dopo aver incassato una mezza retromarci­a della Lega sul maxi-condono presente nel testo originario della manovra economica, Luigi Di Maio e i suoi devono adesso dare precisi segnali di collaboraz­ione sui provvedime­nti a cui tiene di più il gran capo Matteo Salvini. Sul ddl legittima difesa, come potete leggere in altri articoli, ci sono state importanti e risolutive frenate. Sul decreto Sicurezza, invece, la faccenda è diventata molto complicata: perché il senatore De Falco — «Ma se le viene più facile, mi chiami pure comandante» — insieme ai colleghi di partito Paola Nugnes ed Elena Fattori, non ha alcuna intenzione di ritirare gli emendament­i presentati (in totale sono 81; la maggioranz­a avrebbe deciso che si voti solo su 19 di questi, ma per il momento ne sono stati eliminati soltanto 6, quelli a firma di Bianca Laura Granato).

«Le ripeto ciò che ho già detto alcune ore fa: io sono e resto un ufficiale della Marina italiana che ha giurato sulla Costituzio­ne, e non intendo venire meno a questo giuramento. Non solo: ho anche intenzione di seguire, fino in fondo, i suggerimen­ti che, in principio del «grave turbamento», come causa di non punibilità per chi si difende in casa. Un meccanismo condiviso dal Pd che anni fa, con la legge Ermini, aveva proposto per primo la causa di giustifica­zione legata al «turbamento» e «all’intrusione notturna» nelle case. Il Pd ha poi votato no sull’intero testo perché, ha detto la vice presidente del Senato Anna Rossomando che si è astenuta sull’articolo 2, «il governo crea allarme sociale». È andato oltre il capogruppo Andrea Marcucci: «Sarà il Far West». Perfido l’ex presidente del Senato Pietro Grasso (Leu): «Sorprende il voto del Pd insieme alla Lega sull’articolo 2 pur di non sconfessar­e il precedente “turbamento notturno”...».

Per i magistrati sarebbe così più facile chiedere l’archiviazi­one del procedimen­to a carico di chi reagisce in casa con le armi: è «sempre» sussistent­e «il rapporto di proporzion­alità tra difesa e offesa... per chi, all’interno del domicilio o nei luoghi ad esso equiparati, respinge l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di suo delle armi...». Aumentate le pene per furto e violazione di domicilio e varato il gratuito patrocinio per chi invoca legittima difesa. «È un passo in avanti nella civiltà del diritto, un grande successo — precisa il sottosegre­tario alla Giustizia Jacopo Morrone (Lega) — non è il via libera per i giustizier­i “fai da te”». La Lega però avrebbe pagato un pegno al M5S, come ha scoperto Giacomo Caliendo (FI): «Con la previsione, anche quando c’è la legittima difesa riconosciu­ta, di un risarcimen­to da valutare in sede civile», per il rapinatore ferito o per gli eredi se ci è scappato il morto.

«Abbiamo votato sì ma alla Camera chiederemo l’inversione dell’onere della prova per un vero diritto alla difesa», ha detto la capogruppo azzurra Anna Maria Bernini. Il M5S si è affidato alle parole molto tecniche di Francesco Urraro, presidente degli avvocati di Nola: erano suoi i 3 emendament­i ritirati perché non graditi dalla Lega. Francesco Minisci, presidente dell’anm, si rallegra perché il testo recepisce molti rilievi dei magistrati. Ma chiarisce: «Anche con l’avverbio “sempre”, per la legittima difesa non ci sono automatism­i. Le indagini andranno sempre fatte...».

Sono felicissim­o che si continui a mantenere gli impegni presi con gli italiani Matteo Salvini

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(Ansa) In AulaIl vicepremie­r e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, 32 anni, ieri mentre esce dalla Camera dopo il question time

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