La «follia» di due parigine: megalibreria al posto dei vestiti
Delphine e Anne-laure, una vita tra i libri. Prima grande apertura dal 2000 Il Grande Imam «Non vogliamo conquistare l’europa»
Al numero 25 di boulevard Poissonnière, 10 minuti a piedi dall’opéra, dal centro Pompidou o dal quartiere Sentier delle start-up, c’è un edificio dell’inizio dell’ottocento che ha ospitato una rivendita di seta, un negozio di giocattoli, un cinema, le due discoteche Pulp e Scorp e di recente un grande magazzino di vestiti per bambini della catena Orchestra. A partire da domani qui aprirà «Ici», una grande libreria indipendente su due piani: 500 metri quadrati e 30 mila libri, la prima inaugurazione del genere a Parigi da vent’anni a questa parte.
A pochi giorni dal via, accanto agli scaffali di legno chiaro ci sono ancora gli scatoloni, le due socie 48enni Delphine Bouétard e Annelaure Vial — da vent’anni nell’editoria — cercano di mettere ordine in tempo. «Sarà una libreria generalista e un luogo di incontro, con una piccola preferenza per libri per ragazzi», dice Delphine, che spera di attrarre le famiglie del quartiere. «Abbiamo deciso di mettere al pianterreno i libri d’arte, sono talmente belli che spero possano invogliare i passanti e non solo gli architetti e i professionisti della comunicazione che lavorano Socie
Da sinistra, Delphine Bouétard e Anne-laure Vial nella loro libreria «Ici» da 500 metri quadrati, in un edificio di inizio Ottocento nel II arrondissement a Parigi qui vicino», aggiunge Anne-laure. «Ici» è una scommessa inusuale nell’epoca delle grandi librerie che chiudono ovunque, dai negozi della catena Barnes & Noble negli Stati Uniti alla storica «Hune» di Saint Germain des Près a Parigi. Nella capitale francese ci sono ancora molte piccole librerie di quartiere, frequentate da lettori forti che si fidano dei consigli del loro libraio. Ma spesso hanno pochi titoli a disposizione e sono costrette a ordinarli facendo aspettare per qualche giorno il cliente, che a quel punto è tentato di rivolgersi direttamente a Amazon.
Anche per questo dal 2000 a oggi le librerie a Parigi sono diminuite di un terzo e oggi ne restano «solo» 715 (secondo dati del 2016 ce ne sono 811 in tutta Italia).
Il tentativo di «Ici» è di offrire la gamma di una grande libreria come le Fnac ma senza fare parte di alcuna catena, mantenendo un rapporto personale con il lettore che Amazon non può offrire.
Delphine Bouétard ha diretto la libreria del Virgin Megastore sugli Champs Élysées prima che chiudesse, Annelaure Vial ha lavorato a Flammarion, Editis e poi ad Amazon. Il mercato dei libri in Francia l’anno scorso ha perso solo l’1 per cento e resta su un valore complessivo di 4 miliardi di euro: più che i libri sono in crisi le librerie e per questo la scelta di Delphine e Anne-laure appare coraggiosa.
Loro sembrano molto sicure dei loro calcoli, evitano accuratamente la retorica del libro come dovere del cittadino responsabile e sperano piuttosto di attrarre clienti con competenza, scelta ampia, animazioni, eventi con gli autori — da Raphaël Glucksmann il 7 novembre a Jane Birkin il 10 — e con il caffè e i dolci del Coutume Café, torrefazione franco-australiana già di grande successo nel VII arrondissement. Il progetto
● Apre domani sul boulevard Poissonnière, a Parigi, la libreria indipendente «Ici» (Qui)
● Il progetto è di Anne-laure Vial e Delphine Bouétard, socie al 50 per cento, con un’esperienza ventennale nel settore dei libri
● La libreria prende il posto di un negozio di vestiti per bambini, che in passato è stato magazzino di giocattoli, bar, sala cinematografica, discoteca
● Dal 2000 Parigi ha visto chiudere 350 librerie indipendenti e di quartiere IL CAIRO «Non vogliamo costruire una civiltà islamica in Europa, vogliamo una civiltà umana e del cuore». Nella sua residenza, a due passi dall’università Al Azhar, il Grande Imam sunnita riceve la delegazione ciellina guidata da Emilia Guarnieri e parafrasa il Giovanni Paolo II del Meeting di Rimini («non vogliamo costruire una civiltà cristiana…»). Il nobile sheikh Ahmad altayyeb non parla di politica. Solo di san Francesco e del sultano, dell’amicizia con papa Francesco. Poi, la foto con un libro in arabo di don Giussani. È nell’aiuto agli ultimi che trova un terreno comune col mondo cristiano: «Non crediamo alle teorie sullo scontro di civiltà ma all’incontro e al riconoscimento reciproco». Per la prima volta dalle primavere arabe, Comunione e Liberazione scende in Egitto e tenta di ricucire un dialogo nel segno del «pluralismo che costruisce l’io». Tre giorni fra la Biblioteca di Alessandria e Il Cairo, a ripetere che «io sono l’altro e l’altro è un bene per me».
In diminuzione
Le librerie a Parigi sono diminuite di un terzo, ne restano «solo» 715 (in tutta Italia sono 811)