E SE I 5 STELLE DIVENTASSERO UNA «LEGA SUD» RIBELLISTA?
Lo statuto verrà cambiato, come è stato cambiato il nome Lega Nord. Resta comunque impressionante l’inversione di rotta. Mai un partito ha capovolto la propria ideologia — da indipendentista a nazionalista — senza una scissione, un dissenso non di facciata, almeno una discussione interna. Certo, finché il partito guadagna voti, la linea non si discute; e fossi in Salvini mi preoccuperei di fronte alle prime manifestazioni di culto della personalità, perché di solito gli adulatori sono i primi a rivoltarsi contro l’adulato (si pensi al fondatore del paramilitare «Esercito di Silvio», ora passato con la Meloni). Ma all’evidenza l’ideologia della Lega non era quella. Non era la Padania, l’ampolla, la secessione impossibile. Era la rivolta della piccola borghesia sorvolata dalla globalizzazione, impoverita dalla competizione mondiale, impaurita dall’immigrazione senza controllo. Un ceto sociale abituato da sempre a diffidare dello Stato, con il suo fisco e la sua burocrazia, percepito come distante se non nemico; e che spesso si comporta in modo tale da confermare questo pregiudizio. Al posto del «dio Po» caro a Bossi, un vago richiamo alle radici cristiane, e una dura polemica quotidiana contro la sinistra mondialista e amica dei migranti. Una Lega così la possono votare anche nel Mezzogiorno, dove il declino di Berlusconi ha aperto a destra uno spazio enorme. Alla fine, meno peggio Salvini di una Lega Sud ribellista e assistenzialista; che comunque prima o poi nascerà. O forse sarà la prossima mutazione dei Cinque Stelle.