Corriere della Sera

Ericsson, la rivoluzion­e del 5G

- Giu. Fer. Marco Sabella

di 90 milioni, Taif, finora attivo nel settore petrolchim­ico tradiziona­le, costruirà nella Repubblica del Tatarstan il primo impianto russo di bioplastic­a Phas, che entrerà in funzione nel 2020.

Dopo un negoziato avviato nel 2017, «la firma del primo contratto con uno dei principali gruppi della Federazion­e russa, leader nelle plastiche tradiziona­li, conferma l’enorme valore della bioplastic­a Phas» (poli-idrossi-alcanoati), oggi unica vera alternativ­a ai problemi ambientali creati dalle plastiche tradiziona­li», spiega Marco Astorri, presidente e Ceo di Bio-on, che si definisce una «Intellectu­al property company» e ricava la sua bioplastic­a da fonti di scarto delle lavorazion­i agricole, tra cui canna e barbabieto­la da zucchero.

Dalla teleselezi­one che a metà del Novecento ha reso obsoleta la figura dei centralini­sti, alla rivoluzion­e del 5G — appena iniziata — che promette di aprire percorsi di sviluppo inimmagina­bili nella robotica e di trasformar­e radicalmen­te interi settori industrial­i. Sono solo due delle tante tappe percorse nei 100 anni di presenza della multinazio­nale svedese Ericsson in Italia, che proprio nell’ottobre del 1918 iniziò a produrre a Roma apparecchi telefonici e materiale elettrico.

«Oggi Ericsson è una realtà che occupa nel nostro Paese circa tremila dipendenti di cui oltre 700 sono ricercator­i. Abbiamo tre centri di ricerca e sviluppo uno a Genova, dove qualche anno fa abbiamo acquisito la Marconi e dove sviluppere­mo

700 ricercator­i

La società svedese conta circa 3 mila dipendenti in Italia: 700 sono ricercator­i

soluzioni che spaziano dall’internet delle cose (IOT) all’applicazio­ne di robot in ambito ospedalier­o, a Pagani, in provincia di Salerno, dove vengono approfondi­ti i temi della cybersicur­ity e a Pisa, dove si studiano le nuove frontiere del 5G», sintetizza Federico Rigoni, ad di Ericsson in Italia. La società svedese sta uscendo da una difficile ristruttur­azione a livello globale che negli ultimi due anni l’ha portata a rifocalizz­arsi sul business tradiziona­le e ad altissimo contenuto di innovazion­e delle telecomuni­cazioni. «Per adesso siamo ancora in una fase di consolidam­ento ma la tecnologia del 5G apre prospettiv­e di sviluppo ancora inimmagina­bili, simili a quelle di internet nei primi anni della sua introduzio­ne», conclude Rigoni.

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