Corriere della Sera

I peccati di Rachel e Rachel scuotono il mondo yiddish

- Maurizio Porro

D opo aver pronunciat­o un’ultima omelia in cui dichiara la natura imperfetta dell’uomo col suo libero arbitrio (causa ed effetto?) il rabbino capo della comunità ortodossa di Londra muore. Da New York accorre per i funerali la figlia Ronit che si trova immersa così nei rituali della rigida tradizione: incontra la sua fiamma di gioventù Esti, sposata al cugino Dovid, studioso di Torah. Ecco che il fuoco si riaccende, una storia d’amore triangolar­e dove ciascuno ha le sue ragioni mentre la famiglia ebraica alza la voce scandalizz­ata. Sebastian Lelio, regista cileno di grandi ritratti femminili declinati secondo diverse forme di solitudine accorre al capezzale di questa storia quasi anacronist­ica di passioni spente e riaccese sul contesto di una comunità yiddish Triangolo Rachel Mcadams, Rachel Weisz e Alessandro Nivola in una scena di «Disobedien­ce» diretto dal regista cileno Sebastián Lelio alla Singer-roth (Isaac e Joseph) storia che diventa più universale e filosofica nel tema della scelta e quindi del famoso «arbitrio».

Lelio è un maestro nel mostrare quello che non si vede ad occhio nudo. Si potrebbe definirlo un melò, ma c’è dell’altro intorno al groviglio di affetti mai sopiti nel tempo: intransige­nza religiosa, vincoli familiari, la distanza geografica culturale e il match sui confini elastici fra amore odio. Thriller del cuore mantenuto monocorde, dove due fantastich­e Rachel (Weisz e Mcadams), complici della sceneggiat­rice Lenkiewicz che si basa sul romanzo di Naomi Alderman, alternano la cupezza di morte e peccato col wedekindia­no risveglio primaveril­e dei sensi.

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