Lontana dal Barça
Rafinha e Jordi Alba sostituiscono Messi Nerazzurri troppo «timidi» al Camp Nou
BARCELLONA L’inter si ferma e si inchina al Barça e all’ex avvelenato Rafinha. Il Camp Nou è una sentenza. Sblocca il brasiliano nel primo tempo, chiude Jordi Alba alla fine, nei minuti in cui di solito si accendono i nerazzurri. Ma il Barcellona è un’altra cosa e pazienza se Messi è infortunato. Rafinha non lo fa rimpiangere, chiudendo con un piattone fulminante che annichilisce Skriniar e non dà scampo a Handanovic un’azione avviata da lui stesso. L’inter si arrende. Poco gioco e zero Icardi. La sconfitta, dopo 7 vittorie, ci sta e non è certo un fardello insopportabile da portarsi dietro. Soprattutto perché l’inaspettato pari del Tottenham in casa del Psv avvicina gli spallettiani alla qualificazione. Il secondo posto nel girone, per il momento, è blindato con 5 punti di vantaggio sugli Spurs di Pochettino. La sconfitta però è netta e non dà adito a rimpianti. Servirebbe di più: coraggio, spinta, spregiudicatezza. Un altro atteggiamento. Così il primo gol al Camp Nou in Champions resta un miraggio.
L’ambizioso piano di Spalletti, gestire il possesso palla in casa dei maestri del tikitaka, frana dopo 10 minuti di buona volontà in cui Borja Valero alza il baricentro pressando altissimo. Il Barcellona stenta a entrare subito dentro la partita, il fraseggio è lento, orizzontale e pieno di errori. Ma i catalani pian piano si accendono, aumentando i giri e tirando fuori la qualità. Rafinha ha voglia di dimostrare alla sua vecchia squadra che ha fatto male a scaricarlo la scorsa estate, mentre l’altro ex Coutinho è discontinuo. L’IN- ter dopo un quarto d’ora si scopre raggomitolata davanti alla sua area e la partita diventa sofferenza liquida. Handanovic è reattivo sull’incornata di Langlet, che ha il solo difetto di essere troppo centrale. Rafinha entra in tutte le azioni: triangola, tira, si muove lieve sulla trequarti partendo da destra. Il gol è il suo premio. Spalletti in panchina è imbalsamato. Anche perché Icardi stavolta funziona poco: spedisce sopra la traversa il cross insidioso di Perisic e scivola sul più bello dopo essere stato magistralmente innescato da Vecino. Maurito il debutto dentro il Camp Nou se lo immaginava diverso. Ma avrà tempo per riscattarsi nel ritorno a San Siro.
Nel secondo tempo l’inter tenta di cambiare passo. L’allenatore inserisce Politano per Candreva e la squadra prova a recuperare palla nella metà campo catalana, mostrando un pressing altissimo che per qualche minuto sorprende gli uomini di Valverde. Ter Stegen smanaccia il tiro cross dello stesso Politano, illudendo i 2500 tifosi nerazzurri. Ma il Barcellona riprende in fretta a martellare. Il centrocampo gira, Suarez è irresistibile, la partita si trasforma in un tiro al bersaglio. Handanovic para due sullo stesso Pistolero e una su Lenglet, mentre Coutinho colpisce la traversa. Nel frattempo Spalletti ha tentato la carta Lautaro (fuori Borja Valero) in un 4-4-2 che non produce effetti. Stavolta il gol alla fine resta una vana speranza. Anzi, lo segna il Barcellona pronto a vincere il girone e a spedire all’inferno il Real Madrid e Lopetegui.
Spalletti Noi siamo stati poco coraggiosi e loro ne hanno approfittato
Icardi Male nel primo tempo, dovevamo sfruttare le occasioni