«So che senza risultati rischio»
Milan, col Betis il tecnico riparte da Higuain per trovare un po’ di serenità in Europa
Alla settima domanda filata sul derby maledetto, Rino si dà l’ennesima asciugata alla fronte col fazzoletto di stoffa bianca e sbotta: «Vi va se parliamo del Betis?». Qualche ragione ce l’ha anche lui, stasera si gioca e per il suo Milan non sarà una partita secondaria, soprattutto perché battere il Betis significa certificare qui e ora i sedicesimi di Europa League con tutto ciò che di positivo ne conseguirebbe, tuttavia è inevitabile che a tenere banco sia ancora lo schiaffo bruciante di domenica scorsa. Troppe scorie per far finta di nulla, troppo violenta la caduta in un derby che nelle speranze a lungo esplicitate doveva rappresentare il tanto auspicato salto di qualità. Invece il cielo sopra Milanello (e sopra Gattuso) è tornato nero, nerissimo, come prima delle tre vittorie consecutive (Sassuolo, Olympiacos, Chievo) che avevano rigenerato l’ambiente tutto. È bastata una partita sbagliata, già, ma così va il calcio. Fingere di non saperlo è peggio.
Per quanto il tecnico rossonero provi a ostentare una certa serenità d’animo («su di noi c’è pressione ma a Creta e Pisa ho vissuto molto di peggio») e a far leva sull’orgoglio («in un anno ho perso sei partite in campionato, sembra che le ho perse tutte») l’impressione netta è che la botta non sia stata ancora riassorbita, né da lui né dall’ambiente: «L’amarezza rimane ma si deve ripartire, so che senza i risultati sono in discussione. Dopo le partite con Leonardo e Maldini c’è sempre un confronto onesto: succede che non ci troviamo d’accordo ma c’è rispetto. Il resto sono chiacchiere da bar». Il riferimento è alla voce che circola da qualche ora di un Roberto Donadoni pronto a soffiargli il posto. Detto che dal club continuano ad arrivare decise Tra i pali
Dopo l’errore fatale di Gigio Donnarumma che ha deciso il derby a favore dell’inter, tra i pali del Milan in Europa League torna Pepe Reina. I rossoneri cercano una vittoria che allontani la crisi (Afp) smentite è chiaro come il derby malamente guastato al 92’ non abbia di certo contribuito al rafforzamento della posizione di Gattuso.
Niente minacce né ultimatum, così come non ce ne furono nemmeno dopo i tre opachi pareggi consecutivi del settembre nero, ma la sensazione è che il futuro professionale di Rino sarà strettamente legato all’esito delle cinque sfide che porteranno il Milan fino al big match dell’11 novembre con la Juve a San Siro. Quindi Betis, poi Samp domenica e Genoa mercoledì, per chiudere con le due trasferte a Udine e Siviglia. Turnover sì ma non esasperato, stasera: spazio a qualche riservista ma davanti ci sarà Higuain. «Non mi fido del Milan, è un gigante ferito» è stata l’efficace definizione di Quique Setien, tecnico di un Betis che avrà il sostegno di settemila tifosi. In un San Siro tutt’altro che sold out causa orario che a Milano è lavorativo, si faranno sentire.
A lavorare, si comincerà però in realtà già al mattino: l’assemblea dei soci dovrà approvare il bilancio con un rosso da 126 milioni. Altra partita, complicata anche quella.