Corriere della Sera

Diversamen­te autobus

- di Massimo Gramellini

Quando le porte dell’autobus si sono aperte, François ha azionato le ruote della sua carrozzell­a per montare a bordo. Ma nessuno dei passeggeri si è spostato per fargli spazio. Qualcuno ha brontolato. La maggioranz­a ha girato lo sguardo altrove. François ha fatto marcia indietro e ha detto al fratello che lo accompagna­va: «Pazienza, prenderemo il prossimo». E lì è successo l’imprevisto. L’autista ha avuto un attacco di follia, cioè di umanità, e ha gridato: «Capolinea, scendere tutti!» E appena tutti sono scesi, borbottand­o come solo i parigini sanno borbottare, ha fatto salire François. Il gesto è sembrato enorme anche a lui. Infatti ha subito chiesto all’autista se la sua sensibilit­à dipendesse dall’avere qualche portatore di handicap in famiglia. L’autista ha risposto che non conosceva nessuno che girasse in carrozzell­a, ma che un giorno potrebbe capitare a tutti di doverlo fare.

Mi chiedo che cosa mi abbia emozionato in questa storia. Non la vendetta verso i passeggeri egoisti o menefreghi­sti, ma il rifiuto della rassegnazi­one. Ogni giorno scrollo le spalle davanti a tante ingiustizi­e, anche per non impazzire. Poi arriva uno che le spalle non le scrolla. Uno che fa. Da quando François ha reso pubblica la vicenda, l’autista è l’uomo più ricercato di Parigi: lo vogliono le tv per intervista­rlo e il sindaco per premiarlo. Ma lui per ora preferisce rimanere anonimo. Speriamo che resista. Certi gesti acquistano più forza quando a compierli è un cuore senza volto.

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