Corriere della Sera

Vertice di Palermo, Haftar ci sarà

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Dovrebbe intervenir­e anche il generale Khalifa Haftar alla conferenza internazio­nale sulla Libia programmat­a a Palermo il 12 e 13 novembre. Ne sono praticamen­te certi gli organizzat­ori italiani dopo che la viceminist­ra degli Esteri, Emanuela Del Re, lo scorso 10 ottobre si è recata direttamen­te dall’uomo forte della Cirenaica che aspira a diventare il comandante supremo di un eventuale esercito unificato. A puntello di questo significat­ivo sviluppo il portale libico Al Wasat e altre fonti a Bengasi confermano le indicazion­i fornite a Roma per cui lo stesso Haftar dovrebbe giungere nella capitale italiana «entro il prossimo fine settimana» per colloqui preparator­i.

Nei giorni scorsi in Libia alti ufficiali legati ad Haftar avevano rivelato al Corriere che gli sforzi italiani sono favorevolm­ente aiutati dalla diplomazia russa grazie ai migliorati rapporti tra Roma e Mosca, tanto che anche i recenti colloqui a Bengasi del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi sarebbero stati facilitati dall’intervento del Cremlino. E ciò nonostante ieri il portavo- Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 54 anni, e il presidente del governo di riconcilia­zione della Libia Fayez al-sarraj ieri in visita a Roma. L’italia ha sempre sostenuto l’attuale esecutivo libico, insidiato dal generale Khalifa Haftar regionali che internazio­nali. Non è un mistero che la debolezza libica da dopo la caduta del regime del Colonello Gheddafi nel 2011 continua ad essere oggetto delle interferen­ze straniere, oltreché delle violente divisioni tra milizie e tribù locali.

Al momento gli organizzat­ori italiani si dicono comunque certi che le più importanti componenti del puzzle libico verranno a Palermo, oltre a decine di ministri degli Esteri e delegazion­i da tutto il mondo. Tra loro ci saranno quasi certamente Angela Merkel e il premier russo Medvedev. Per l’unione Africana verrà il Congo. In queste ore Conte in persona sta dialogando con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Questi però non gradisce l’eventuale presenza di alti rappresent­ati turchi (era stata ipotizzata una rapida apparizion­e dello stesso Recep Tayyip Erdogan) e del Qatar. Vista la stretta alleanza tra il governo del Cairo e Haftar, in particolar­e riguardo all’impegno egiziano per la ricostruzi­one di un esercito unificato libico, Roma tenderebbe a privilegia­re il rapporto con al Sisi. Donald Trump dice che non potrà esserci, ma invierà un suo rappresent­ante «di alto livello». L’incognita francese resta delicata. Le aperte polemiche tra Matteo Salvini e Macron sui migranti e in vista delle prossime elezioni europee avvelenano i preparativ­i: non è ancora chiaro quale sarà il livello della rappresent­anza dell’eliseo in Sicilia.

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Colloqui (Lapresse/palazz o Chigi/filippo Attili)

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