Corriere della Sera

Muro al confine per difendere i maiali Così Copenaghen minaccia Schengen

La barriera terrà lontani i cinghiali tedeschi. La destra esulta: alziamola contro i migranti

- Di Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it

Il Partito del popolo danese, conservato­re, 21 per cento dei consensi, chiede da tempo che il suo Paese esca dall’area Schengen. Cioè che abbandoni il principio dell’unione europea delle frontiere aperte. Niente da fare, fino a pochi giorni fa l’idea non aveva trovato l’appoggio di altri partiti.

Ma ecco, per usare una battuta sdrammatiz­zante, che più dei comizi hanno potuto i grugniti, almeno per quanto riguarda il regno animale:

il Parlamento di Copenaghen ha approvato la costruzion­e di una rete o recinto, munita di telecamere e alta circa un metro e mezzo, che dovrebbe impedire le migrazioni di cinghiali e maiali inselvatic­hiti attraverso la frontiera fra Germania e Danimarca. Il «muro» verrà ● Lars Løkke Rasmussen, 54 anni, è il primo ministro della Danimarca. Guida un governo di Copenaghen minoranza, con l’appoggio in Parlamento dell’ultradestr­a del Partito del popolo eretto a partire dai primi mesi del 2019, e nelle previsioni costerà una decina di milioni di euro.

Il motivo, come riferisce in un ampio servizio il New York Times, è il pericolo di un’epidemia di peste suina arrivata dall’africa, e che dai cinghiali si trasmette facilmente ai maiali domestici, minacciand­o così gli allevament­i.

Il morbo già sta avanzando in Europa, ma anche in Russia e in Cina. Solo in Romania ha imposto l’abbattimen­to di 230mila suini domestici. Perché, pare, non ci sono vaccini che tengano. Secondo diversi ricercator­i e specialist­i veterinari, se un Paese vuol proteggers­i, può solo bloccare al confine gli animali e poi abbatterli.

Il morbo è già presente anche in Germania, e per questo la confinante Danimarca vuol tirar su quella rete. Ma in tempi di guerriglie pro o contro l’europa unita, e di populismi vari, anche un tema così materiale può dare lo spunto per incursioni nella politica più o meno «alta».

E così il portavoce per gli affari europei del Partito del popolo ha proclamato sul suo profilo Facebook: «Urrà! Urrà! Dovremmo aggiungere a quella rete un paio di metri, per tenere lontani non solo i cinghiali, ma anche gli immigranti illegali, coloro che chiedono asilo, e gli avventurie­ri!».

Lo stesso partito — che sostiene con altri il governo attuale di centrodest­ra — ha chiesto al ministro della Giustizia di «prendere due uccelli con un solo sasso», e cioè di usare le telecamere «anti-cinghiale» per scoprire altri migranti sgraditi, questa volta a due gambe.

La polemica è appena iniziata, ed è anche tecnica. Perché

Il Partito del popolo Richiesta al governo: usare le telecamere anti-animali anche contro gli irregolari

certi ricercator­i sostengono che le rete non servirà a granché, vista la forza e l’astuzia proverbial­e dei cinghiali, e la loro capacità di coprire lunghe distanze superando mille ostacoli, quando sono spinti dalla fame. Forse, al loro posto, resteranno prigionier­i della rete cervi, alci, e altri animali protetti dalle normative Ue. Insieme ai vecchi principi di Schengen.

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Manifestan­te Un estremista austriaco al raduno dell’ultradestr­a a Vienna
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Il governo

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