Il giallo dei velisti e il supertestimone «Morti speronati»
I messaggi anonimi alla vedova dello skipper La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta
Da un anonimo messaggio su Facebook parte il tentativo della Procura di Roma per risolvere il giallo della scomparsa di Aldo Revello e Antonio Voinea, i due velisti dispersi tra le Azzorre e il Portogallo lo scorso 2 maggio. La pm Silvia Sereni, titolare dell’inchiesta per ora senza ipotesi di reato, ha disposto accertamenti per scoprire l’identità del testimone che ha raccontato attraverso il social network a Rosa Cilano, la moglie di Revello, cosa sarebbe successo sei mesi fa nelle acque dell’oceano Atlantico. Questo il testo del messaggio — scritto in inglese — mandato da un contatto, senza nome e privo di foto, al profilo della signora, mamma di due ragazzi: «Aldo e Antonio sono morti, il Bright è stato speronato da una nave cargo».
Risalire all’identità del mittente è considerato dagli inquirenti il passaggio chiave per fare luce sull’incidente in cui sono incorsi i due uomini nella scorsa primavera. Questo è, infatti, il principale indizio in mano alla Procura, in una vicenda altrimenti avvolta La vicenda
● Aldo Revello, 53 anni, skipper di Castelnuovo Magra
(La Spezia), è scomparso nell’atlantico il 2 maggio con un amico, il romeno Antonio Voinea, 31 anni
● Rientravano dalla Martinica su una barca a vela di 14 metri. Hanno lanciato un allarme tra le Azzorre e il Portogallo
● Sulla vicenda indaga la pm della Procura di Roma Silvia Sereni nel mistero. Gli investigatori stanno verificando l’attendibilità della segnalazione. È possibile effettivamente che il messaggio sia stato scritto da qualcuno, forse un marittimo, che ha assistito all’incidente e che pertanto è a conoscenza di cosa sia accaduto. Alcuni dettagli, mai resi pubblici dalla donna e ora messi a disposizione degli inquirenti attraverso l’avvocato Riccardo Egidi, sembrano avvalorare questa ipotesi, perché combaciano con quanto rivelato dall’anonimo in altri messaggi dopo il primo. Il mittente, però, è stato attento a nascondere le sue tracce, facendo in modo che fosse impossibile risalire al luogo e al dispositivo da cui ha fatto partire il testo. Non è neanche da escludere che si tratti di un mitomane, seppure in possesso di ottime conoscenze informatiche.
Un passo indietro allo scorso 2 maggio. Aldo e Antonio sono a bordo della barca a vela «Bright», 14 metri, con destinazione La Spezia; provengono dalla Martinica, nei Caraibi. Entrambi sono velisti Scomparsi Aldo Revello (a destra), 53 anni, con Antonio Voinea, 31 anni esperti. Alle 13,38 attivano, all’improvviso, l’epirb (il trasmettitore di localizzazione d’emergenza). L’allarme proveniente dal sistema satellitare dell’imbarcazione arriva al centro di Coordinamento del Soccorso marittimo Portoghese (Mrcc) Delgada, nell’atlantico. In quel momento la barca è a circa 300 miglia a est di Sao Miguel, nelle Azzorre. Quello è l’ultimo segnale. Sulla sorte della barca e dei due velisti cala il più inestricabile dei misteri. Vengono fatte ricerche approfondite, ma dell’imbarcazione non rimane nulla. Vengono ritrovati tre giubbotti salvagente insieme ad alcune scatole e dei contenitori per carburante. Oggetti che potrebbero appartenere al natante. Quanto sia ingarbugliata la vicenda lo testimonia il diario di bordo inviato via telefono satellitare il 1 maggio, quindi il giorno prima, dove Aldo scrive: «Che giornate meravigliose. Il Bright corre sereno senza sforzo oggi al gran lasco e macina miglia». La barca pertanto, fino al 2 maggio, non ha mai avuto problemi.
Resta da capire cosa ha visto la fonte anonima. «Da un mese questa persona mi scrive; ha fornito dettagli troppo precisi per pensare non siano veri. E combaciano tutti con i dubbi che avevamo sin dall’inizio» ha detto Rosa Cilano, la moglie di Revello. Il suo legale invece non commenta, spiegando che questa fase delle indagini è delicata e qualunque voce inappropriata potrebbe compromettere l’esito delle ricerche.