La chiesa all’asta va ai musulmani Ora la Regione vuole ricomprarla
Bergamo, Fontana: farò valere il diritto di prelazione. Gli islamici: parola ai legali
«Il simbolo della cristianità della cappella della chiesa Casa Frati di Bergamo sarà salvaguardato, Regione Lombardia farà valere il diritto di prelazione». L’annuncio arriva dal governatore lombardo, il leghista Attilio Fontana, che intende ricomprare dall’azienda ospedaliera di Bergamo (cioè da un ente regionale) la chiesa degli ex Ospedali Riuniti e chiudere così la vicenda della cappella acquistata all’asta dall’associazione Musulmani di Bergamo.
Nelle 24 ore successive a quell’incanto nella cattolica Bergamo è successo di tutto. La chiesa negli ultimi anni veniva usata dalla comunità degli ortodossi rumeni, ma da tempo era nell’elenco degli immobili da vendere. Gli islamici giovedì si sono aggiudicati l’asta offrendo poco più di 450 mila euro. Per la Lega l’imbarazzo è stato forte e immediato. In pratica, l’acquisto all’asta di un complesso per il quale già era prevista la funzione di luogo di culto, aveva permesso agli islamici di aggirare gli ostacoli posti dalla legge urbanistica regionale, non a caso definita anti-moschee. Il centrosinistra cittadino, col sindaco Giorgio Gori in prima fila, ha irriso sui social il meccanismo sfuggito di mano al governo regionale. I deputati leghisti Alberto Ribolla
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Il governatore
Il simbolo della cristianità della cappella della chiesa Casa Frati sarà salvaguardato
e Daniele Belotti hanno chiesto di sospendere l’assegnazione in attesa della sentenza su un esponente della comunità a processo per truffa. La Curia bergamasca ha fatto percepire il proprio malcontento. Il vescovo, Francesco Beschi, in una lettera a L’eco di Bergamo ha scritto: «Una chiesa, di proprietà dell’ente pubblico diventerà, attraverso procedure legittime, un luogo di culto musulmano. Bisogna ammettere che tutto questo alimenta sconcerto nell’intera comunità cristiana». Alla fine è intervenuto Fontana.
Il vicepremier Matteo Salvini, che per due giorni si è tenuto a distanza da questa polemica, si è limitato a dire di essere stato rassicurato dal governatore. Sull’altro fronte, Gori ha sollevato obiezioni legali: «Io non sono un avvocato, ma per definizione — dice il sindaco di Bergamo —, un diritto di prelazione si esercita prima e non dopo l’assegnazione di una gara, vedremo». I musulmani promettono battaglia: «La Lega cerca di riparare ai suoi errori togliendo i diritti agli altri — dice il portavoce, Youssef Ait Abbou —. Consulteremo il nostro avvocato e vedremo cosa fare».
Al di là delle questioni legali, la soluzione individuata dalla Regione non chiude la questione della mancanza di spazi adeguati per la preghiera islamica, a Bergamo come in altre città. È stato lo stesso vescovo Beschi a chiedere «assunzioni di responsabilità, da parte di chi ci governa, nei confronti delle diverse comunità religiose».