Lo «spirito di Assisi» è necessario più che mai
Èdiventato ormai — lo «spirito di Assisi» — un’espressione mondiale. La Comunità di Sant’egidio la diffonde con importanti iniziative sul piano internazionale. Ad Assisi la onoriamo con un ideale appuntamento di preghiera ogni 27 del mese e un’iniziativa annuale nell’anniversario del primo storico incontro delle religioni per la pace (27 ottobre 1986). A coniare lo slogan «spirito di Assisi» fu lo stesso Giovanni Paolo II, promotore di quell’iniziativa profetica. A distanza di 32 anni lo «spirito di Assisi» è più necessario che mai. Il mondo non ha più sperimentato guerre mondiali, ma di guerre regionali è
Dopo 32 anni
Le religioni pregano insieme per la pace nel solco tracciato da Giovanni Paolo II
pieno: una vera «terza guerra mondiale a pezzetti» (Papa Francesco). E se non c’è più una guerra fredda tra Est e Ovest, c’è però una guerra gelida che si combatte nelle borse, dove bastano cordate di finanzieri senza scrupoli a mettere in ginocchio economie, posti di lavoro, serenità e fiducia di milioni di persone. C’è chi fabbrica e commercia armi micidiali, scatenando guerre che fanno scorrere sangue innocente, solo per accaparrarsi risorse ambientali destinate al bene comune dell’umanità. Uno scandalo insopportabile. Lo «spirito di Assisi» è annuncio e denuncia. Esso riporta alla nostra considerazione il segreto interiore della pace. Questa va certo perseguita con la convergenza di tanti elementi — dai dialoghi politici agli accordi economici — ma ha bisogno di una forza che viene dall’alto. Di qui l’invito a pregare. La preghiera è una grande pedagogia. Implica il riconoscere, contro tutte le arroganze del potere, la condizione di limite in cui versiamo. È fare un atto di verità e di umiltà: ingredienti senza cui nessuna pace è possibile. Pregare è guardare le cose e le persone con lo sguardo di Dio. Chi prega veramente si impegna a convertirsi.
*Vescovo di Assisi-noceragualdo
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