Corriere della Sera

Sulla Luna

In Germania creata una base che simula le condizioni ambientali del nostro satellite Il piano: «Nel 2025 i primi sbarchi di coloni Poi nasceranno bambini nello Spazio»

- Giovanni Caprara

Già entro l’anno alcuni astronauti europei potranno camminare sulla Luna, rimanendo sulla Terra. All’european Astronaut Center dell’agenzia spaziale europea di Colonia, in Germania, sta nascendo una base lunare simulata dove, su una superficie di mille metri quadrati, si sta distribuen­do del terriccio con caratteris­tiche analoghe alla regolite presente sulla superficie del nostro satellite naturale. Prelevato dalla Vulkaneife­l, una regione tedesca nota per le sue caratteris­tiche vulcaniche situata tra il Reno e la depression­e Wittlich, questa terra consentirà agli astronauti coinvolti dall’esperiment­o di muoversi in condizioni molto realistich­e in vista di una futura esplorazio­ne.

Il laboratori­o, battezzato Flexhab (Future Lunar Exploratio­n Habitat), sarà una struttura chiusa alimentata da un sistema energetico legato all’acqua dalla quale si ricaverann­o idrogeno e ossigeno, quest’ultimo utile anche alla respirazio­ne. Il Flexhab è soltanto una parte del Moon Village che l’esa sta realizzand­o a Colonia per prepararsi alla prossima tappa cosmica che ormai sta mobilitand­o le grandi agenzie spaziali di Russia, Cina e Stati Uniti. Il presidente Trump ha già firmato l’atto politico che ordina alla Nasa di procedere con un programma che permetta di ritornare sul nostro satellite naturale dopo esserci sbarcati quasi cinquant’anni fa. Al piano americano collabora anche l’esa e proprio l’altro giorno, a Madrid, la riunione preparator­ia del prossimo consiglio dei ministri della ricerca europei tra i vari obiettivi ha sostenuto la meta lunare.

L’obiettivo è di realizzare una colonia del tipo analogo a quella creata in Antartide iniziando gli sbarchi nel 2025. «In meno di venticinqu­e anni almeno cento persone potrebbero vivere permanente­mente sulla Luna», spiega Bernard Foing che coordina i piani lunari in Esa. «Saranno eretti edifici stampati in 3D — aggiunge — e si potrà utilizzare il ghiaccio fuso per l’acnico qua. Probabilme­nte i bambini potranno nascere direttamen­te sulla Luna. Partendo da sei o dieci pionieri nel 2030, un team composto da scienziati, tecnici e ingegneri, l’insediamen­to potrebbe avere almeno un centinaio di componenti nel 2040. Verosimilm­ente si potrebbe arrivare a mille nel 2050. E potrebbero formarsi delle famiglie lunari».

Per le costruzion­i si sta pensando di utilizzare il materiale locale, come hanno dimostrato anche alcune ricerche italiane condotte all’università di Cagliari e al Politec- di Milano. Ma il primo passo per arrivare alla colonia è la realizzazi­one di una stazione orbitante intorno alla Luna. A tal fine Nasa ed Esa stanno definendo le reciproche partecipaz­ioni che si aggiungono a quelle già in atto per la costruzion­e della nuova astronave Orion ormai pronta. Il primo volo di collaudo è fissato nel 2020 assieme al nuovo grande vettore spaziale americano Sls, concepito per l’esplorazio­ne profonda del cosmo al di là della stazione spaziale Iss. Il modulo di servizio di Orion, contenente motori e sistemi di alimentazi­one dell’abitacolo, nasce in Europa (in parte alla Thales Alenia Space di Torino).

Il passo successivo comune sarà, appunto, la colonia per la quale l’esa sta discutendo pure con la Cina. «La base servirà per proiettars­i poi verso Marte e offrirà l’opportunit­à di estrarre risorse minerarie locali utili alla Terra» precisa Johann-dietrich Worner, direttore generale dell’esa. «Il destino dell’uomo — ha detto Roberto Battiston, presidente dell’asi, al Festival della scienza di Genova — è nello spazio e verso una specie multiplane­taria. La Luna si offre come passo intermedio per imparare a gestire la successiva più grande colonia che si realizzerà su Marte il cui ambiente è più favorevole per un futuro habitat umano permanente nell’arco di qualche decina d’anni».

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