IL SOGNO ARGENTINO, RIPRENDERSI LE FALKLAND SFRUTTANDO LA BREXIT
In tanti già da tempo stanno facendo i calcoli su come dividersi le spoglie della Brexit. In primo luogo le grandi città europee, da Francoforte a Parigi a Dublino, si stanno posizionando per attrarre pezzi di finanza in fuga dalla City di Londra. Ma anche in angoli più remoti del globo sono iniziate le manovre per trarre profitto dal disorientamento e isolamento britannico, specialmente nell’eventualità di un’uscita disordinata del Regno Unito dalla Ue: ed è il caso dell’argentina, che ha rispolverato il suo sogno di riprendersi le isole Falklands. Il lontano arcipelago, territorio britannico d’oltremare, fu teatro ai primi anni Ottanta di un sanguinoso conflitto che vide Londra vittoriosa e cementò la fama di Lady di Ferro di Margaret Thatcher: ora gli argentini hanno mire più pacifiche, ma puntano ugualmente ad approfittare del caos della Brexit per estendere la propria sovranità sulle Falklands. Lo stesso ministro degli Esteri di Buenos Aires, Jorge Faurie, non ha fatto mistero dell’intenzione di «intensificare» gli sforzi in questo senso: il grimaldello sta nel limbo legale in cui le isole verrebbero a trovarsi dopo la Brexit, dato che non si applicherebbe più il Dovere di Sincera Cooperazione che obbliga gli Stati membri della Ue a darsi soccorso l’un l’altro nei casi di rivendicazione di sovranità. Inoltre la Brexit vibrerebbe un duro colpo all’economia delle isole, che si basa sulle esportazioni e gode di accesso privilegiato — finora — ai mercati europei: una crisi potrebbe aiutare a sospingere le Falklands verso il continente sudamericano. Ma, soprattutto, l’argentina punta sulla comprensione di alcuni Stati europei, non più vincolati a Londra: e i britannici ritengono — a torto o a ragione — che l’italia sarebbe in prima fila nel dare ascolto alle sirene di Buenos Aires. Ma se pure il leone britannico giace ferito dalla Brexit, forse non sarebbe la cosa più dignitosa assestargli il calcio dell’asino.