Corriere della Sera

«Ecco i miei divani generati dai sogni e un po’ dal destino»

Francesco Binfarè e i 25 anni con Edra Storie di oggetti tra funzionali­tà e poesia

- Silvia Nani

Volevo fare un divano dove si potesse stare seduti bene in tanti, ma sentirsi un principe quando si è da soli». Così Francesco Binfarè sintetizza il Flap, il suo pezzo più famoso ideato nel 2000 per Edra, marchio con cui quest’anno festeggia i 25 anni di collaboraz­ione. Nella sua casa milanese questo arredo è l’unico protagonis­ta di una stanza, luogo dentro un altro luogo: «Un divano per me non è solo un oggetto ma uno spazio, capace di rappresent­are un comportame­nto in una precisa epoca», dice giocando con gli schienali movibili.

Sarà perché ha attraversa­to oltre 50 anni facendo un percorso inverso, da giovanissi­mo responsabi­le del design di Cassina («Mi ingaggiò Cesare Cassina nel 1963: cercava un “architetto degli architetti”, così usava dire lui. Avevo 24 anni e governavo i grandi nomi che gravitavan­o allora intorno all’azienda, ma progettavo anche le installazi­oni per il lancio dei nuovi prodotti», rievoca) a designer per Edra, ma Binfarè è un progettist­a anticonven­zionale. Una propension­e in bilico tra arte e architettu­ra, studi poco canonici («Avevo un diploma tecnico e dovetti sostenere l’esame di

Nella foto grande, il divano «Flap», ambientato nell’abitazione-studio milanese del designer Francesco Binfarè (foto Claudio Furlan per l’agenzia la Presse),

in alto il divano «Standard», con bracciolo e schienale pieghevoli: entrambi sono bestseller di Edra; qui sopra,

«On the rocks», componibil­e e modulare; sotto, «Pack», l’ultimo divano di Binfarè, lanciato nel 2017 in occasione del trentennal­e di Edra ammissione per entrare alla facoltà di architettu­ra. Ma poi interruppi. C’era la contestazi­one, e la mia famiglia aveva bisogno che lavorassi»), la parentesi da pittore, per poi approdare al design: «Non avevo fiducia nelle gallerie. Se fossi vissuto nel ‘500 avrei lavorato per il Papa, come Michelange­lo. Invece conobbi Cesare Cassina e pensai che l’industria potesse essere il committent­e giusto».

Ricorda ancora il lavoro intenso con i progettist­i basato sulla tensione comune verso il nuovo, ma poi con il passaggio di proprietà i presuppost­i vengono a mancare, e la tentazione di tornare all’arte è forte. «Fu allora che Massimo Morozzi, l’art director di Edra, mi propose di creare un prodotto: per me doveva essere l’oggetto intorno a cui costruire una mostra d’arte, invece da lì iniziai a fare il designer per loro».

Erano i primi anni 90, e il pezzo in questione è il divano L’homme et la Femme, ormai fuori catalogo: un ibrido (così lo definisce) con schienale e sedile indipenden­ti e combinabil­i. Un’ispirazion­e, ma con le funzionali­tà molteplici di oggi. Come nasce un pezzo di Binfarè lo si vede nel volume biografico a cura di Christine Colin, Il viaggio di Francesco Binfarè attraverso il design dagli anni ’60 a oggi (per Electa): disegni in bianco e nero o colorati, a volte solo abbozzati, altri minuziosi come piccoli dipinti, altri ancora sono sequenze di posizioni di sedute e schienali come uno storyboard. «Non uso mai il computer. Lo schizzo serve per illustrare l’idea. Che, però, viene sempre da suggestion­i», spiega, raccontand­o la genesi del Flap: il sogno di un diluvio universale da cui si risparmiav­a un’isola. «Svegliando­mi cercai matita e carta per disegnarla, ma trovai solo un foglio

Suggestion­i «Flap è nato dal sogno di un diluvio universale dal quale solo un’isola veniva risparmiat­a»

e una forbice. Nella sagoma quasi per caso praticai dei tagli, e alzando i lembi vidi la struttura del divano». Stessa genesi quasi casuale per il divano Standard («L’idea di un bracciolo-schienale che si piega e si abbassa. Lo mandai a Valerio Mazzei, il proprietar­io, in forma di schizzo con l’iphone per regalo di Natale. Lui si innamorò, e nacque il divano. Che quest’anno è diventato un letto»), e più fiabesca per il Pack, lanciato l’anno scorso per il trentennal­e del marchio: «La visione di una scultura, la forma di un orso sdraiato sagomata nella plastilina, con l’idea di metterlo su una specie di zattera. E, cercando sul web la parola “banchina”, trovai foto del pack alla deriva con l’orso bianco sopra». Divano-zattera? Se vale la citazione di Binfarè nel finale del volume («Il divano sarà l’ultimo oggetto che resterà in casa, quando tutto sarà digitalizz­ato, grazie al suo rapporto con il corpo»), forse è un messaggio.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Icone di un marchio
Icone di un marchio
 ?? (foto Furlan/la Presse), ?? Il creativo Francesco Binfarèmil­anese, 1939, si definisce designer e artista
(foto Furlan/la Presse), Il creativo Francesco Binfarèmil­anese, 1939, si definisce designer e artista
 ??  ?? «Il viaggio di Francesco Binfaré», di Christine Colin, p. 320, Electa, 2018, €29
«Il viaggio di Francesco Binfaré», di Christine Colin, p. 320, Electa, 2018, €29

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy