Corriere della Sera

Da Amazon a Snapchat il passo indietro dei big della rete

- di Corinna De Cesare

Il Nasdaq, l’indice americano dei principali titoli tecnologic­i, è al suo peggior mese dal lontano novembre 2008. Google, Amazon, Facebook, Apple, Snapchat, non manca quasi nessuno all’elenco di aziende tecnologic­he che ieri hanno perso capitalizz­azione a Wall Street. Le vendite su Amazon (di oltre l’8%) hanno persino permesso a Microsoft di diventare la seconda azienda americana con la maggiore capitalizz­azione dopo Apple. E così Jeff Bezos rischia di perdere il podio da mille miliardi

Nasdaq Il mese peggiore per il listino americano dai tempi della crisi del 2008

che era riuscito a conquistar­e subito dopo la società di Cupertino. Alla base del crollo dei tecnologic­i ci sono i conti sotto le attese ma c’è chi inizia anche a ipotizzare la fine della fase di crescita di un comparto che ha segnato un’epoca. Gli utili di Amazon hanno battuto le attese, ma il fatturato e l’outlook per il quarto trimestre hanno deluso. In particolar­e l’utile per azione del colosso dell’ecommerce si è attestato a 5,75 dollari, sopra ai 3,14 dollari previsti, mentre il fatturato si è fermato a 56,6 miliardi di dollari (+29% su anno precedente) invece dei 57,10 miliardi attesi. «Non stiamo rallentand­o», ha assicurato il fondatore Bezos ma pur con questi numeri stratosfer­ici, la crescita delle vendite viene considerat­a più debole dagli analisti. Andamento analogo per Alphabet, la holding a cui fa capo Google: bene gli utili (9,19 miliardi di dollari, +36%), male il fatturato (33,74 miliardi, inferiore alle previsioni). Ancora peggio Snapchat, arrivata a sfiorare ieri un calo del 20% a causa della riduzione degli utenti nel terzo trimestre, un trend che la società non ha escluso possa continuare anche negli ultimi tre mesi dell’anno.

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